L'ultimo appello di Ashley: "Uno stalker mi perseguita"

La 35enne conosceva il suo assassino e gli ha aperto la porta di casa. Prima di morire si è difesa. Il fidanzato non è sospettato, ritrovato un reggiseno

L'ultimo appello di Ashley: "Uno stalker mi perseguita"

Una ad una le tessere del puzzle iniziano ad emergere dal buio dell'Oltrarno fiorentino e a comporsi in un quadro dai contorni più definiti. Ma è ancora presto perché il giallo di Firenze la morte della 35enne americana Ashley Olsen, trovata cadavere sabato pomeriggio dal fidanzato nel suo appartamento con segni di strangolamento possa dirsi vicino a una soluzione. Ogni giorno che passa, nuovi elementi arrivano a complicare lo scenario in cui gli investigatori si stanno muovendo: gli ultimi sono la scomparsa del cellulare della ragazza, che risulta staccato da venerdì e non è ancora stato ritrovato. Facile che sia stato l'omicida, a portarlo via con sé: dall'apparecchio non sono state fatte né ricevute telefonate. Oppure alcune scritte in inglese lasciate col pennarello rosso sul portone della vittima, «Lui è il colpevole, la pagherà» insieme a dei cuoricini. Un messaggio insolito, rispetto agli «I love you, Ashley» o ai «Non ti dimenticheremo mai» poco distanti. La polizia scientifica sta analizzando con attenzione anche un reggiseno nero trovato su una bicicletta a pochi metri dalla casa: potrebbe essere di Ashley, è vero, ma anche appartenere a una delle tante ragazze che frequentano la zona durante la movida notturna. Al vaglio anche una pista legata a una foto dello scorso settembre pubblicata sul suo profilo Instagram, in cui Ashley scrive «Ho uno stalker», forse però in maniera scherzosa, riferendosi a chi le ha scattato una foto mentre passeggiava in San Frediano. Più interessante sotto un profilo investigativo, ma allo stesso tempo più nebulosa, sembra invece la posizione del fidanzato della vittima, il pittore 43enne Federico Fiorentini: se da un lato gli inquirenti hanno ottenuto diverse conferme sul suo alibi anche da parte di diversi testimoni, è anche vero che l'uomo si sarebbe ferito leggermente alle mani nel tentativo di spostare la vittima dal soppalco al salotto per rianimarla, non appena scoperto il corpo sabato pomeriggio, prima dell'arrivo del 118. «Ashley non era solita stare nuda in casa» avrebbe detto il fidanzato agli investigatori, mentre la donna è stata ritrovata priva di vestiti. Al momento comunque l'uomo non è sospettato. Tra telefono, reggiseno, telecamere e locali notturni, in riva all'Arno si sta pian piano accumulando un mare di informazioni in cui non è affatto semplice mettere ordine. Lo sanno bene gli inquirenti della questura di Firenze, che a due giorni dalla scoperta dell'omicidio stanno ancora raccogliendo pazientemente prove e indizi, verificando alibi e circostanze, passando al setaccio non solo il pc della ragazza e le telecamere di sicurezza che potrebbero dare un volto all'assassino ma anche quella zona di Firenze dove Ashley viveva una quotidianità serena, scandita dalle passeggiate col beagle Scout, gli eventi artistici o le serate con gli amici. Ed è proprio sugli incontri avuti dalla donna nella notte tra giovedì e venerdì all'interno del locale «Montecarla» di via de' Bardi - l'ultimo posto in cui Ashley Olsen è stata vista viva che si concentrano le indagini. La finestra temporale di riferimento sono dalle 36 alle 48 ore prima del ritrovamento, avvenuto alle 14 di sabato: ricostruire con precisione cosa è avvenuto in quella manciata di ore è probabilmente la chiave di volta per far luce sull'accaduto. Secondo quanto emerso, infatti, sulla porta di casa non ci sono segni di scasso, lasciando così ipotizzare che Ashley abbia volontariamente fatto entrare in casa il suo assassino. Magari qualcuno conosciuto occasionalmente. Anche il silenzio del cane, che non è stato sentito abbaiare nemmeno quando la sua padrona veniva uccisa, è un elemento che va in questa direzione.

In un primo tempo sembrava che la donna non avesse fatto resistenza né lottato con il suo assassino, ma un'analisi più attenta ha mostrato alcuni segni ecchimosi, graffi, piccole contusioni che potrebbero aggiungere particolari preziosi per le indagini, specie se l'autopsia mostrerà segni di Dna sotto le unghie della ragazza.

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