Cronache

L'ultimo saluto di dolore ai fratellini di Ardea: "Noi insieme, invincibili"

Folla alle esequie, lo strazio dei genitori I compagni di classe: "Ridevamo sempre"

L'ultimo saluto di dolore ai fratellini di Ardea: "Noi insieme, invincibili"

Ostia «Noi insieme eravamo invincibili». Un funerale straziante quello dei fratellini uccisi da un folle domenica scorsa ad Ardea. Una funzione rotta dal pianto disperato di mamma Carola abbracciata dal papà di David e Daniel, Domenico Fusinato.

Funerali blindati fin dalla mattina attorno la parrocchia Regina Pacis di Ostia, il quartiere sul mare di Roma dove i piccoli sono nati e cresciuti. «Quando eravamo assieme ridevamo sempre - racconta ancora il compagno di classe di Daniel - gli altri non ci capivano ma noi sapevamo di essere i più forti. Sempre insieme». Le bare bianche fanno ingresso sul sagrato più tardi del previsto. Le sorreggono gli amici di famiglia più cari, fra questi Giuliano Castellino, neofascista leader di Forza Nuova, sorvegliato speciale, ben conosciuto nel mondo degli ultrà. Ingresso vietato ai giornalisti, fotografi, cameramen, che restano fuori dalla chiesa. Qualcuno riesce a entrare ma con discrezione e rispetto. È il vescovo ausiliare di Roma sud, Dario Gervasi, a pronunciare un'omelia difficilissima: «Il dolore per i vostri genitori è immenso. Riposate accanto a Gesù». Il sermone si interrompe, l'emozione è forte. Sui banchi laterali la sindaca Virginia Raggi e il sindaco ardeatino Mario Savarese. C'è poi don Martino, il parroco di Ardea. Fuori, dietro le transenne, la gente comune, i lidensi che hanno voluto dare un saluto alle piccole vittime di Andrea «Hyde» Pignani, il folle che li ha uccisi assieme a Salvatore Ranieri, un pensionato di 74 anni che ha provato a difenderli al parco giochi.

Dopo il compagno di classe di Daniel, 11 anni ancora da compiere, sale sul pulpito una donna, un'insegnante che conosce bene quel ragazzino con il sogno di fare il calciatore. Un lungo discorso più volte rotto dal pianto e dalla disperazione più profonda. «Sono mamma anch'io, posso immaginare quello che sta provando adesso la vostra». Piccolini, siete stati uccisi mentre giocavate in una splendida domenica di sole, voi e un altro innocente, Salvatore Ranieri. Adesso siete in cielo. Vi voglio bene». Un terzo intervento, questa volta di un amico di famiglia. «Sono appena diventato padre del secondo figlio - dice - e capisco cosa significa esser genitore. C'è un passo della Bibbia, l'ho letto diverse volte. Mi ricordo il senso. Il Signore avvertiva di non toccare i suoi piccoli, di non provare a far loro del male. Chi lo avesse fatto sarebbe sprofondato per sempre nell'Oceano con un masso legato ai piedi. Spero che quello che vi ha fatto tutto questo male adesso bruci all'Inferno».

Dentro la disperazione di tutti i partecipanti la funzione, fuori la polizia. Agenti del X Distretto, Ostia, Digos, Reparto Celere in tenuta antisommossa pronti a intervenire al primo segnale di nervosismo. Al termine della Messa le bare restano ancora a terra. Mamma Carola non riesce a staccarsi, parenti e amici la sostengono. Un giovane si sente male, lo soccorre un equipaggio del 118. All'uscita dei piccoli feretri lancio di palloncini biancoazzurri (la Lazio era la squadra del cuore dei bambini), colombe bianche e fumogeni da stadio. «Ciao Daniel e David che i vostri cuori volino più in alto della follia di questo mondo», è lo striscione degli amichetti della scuola calcio e degli Ultras della Curva Nord della Lazio e sulla bara la maglia di Ciro Immobile.

David e Daniel saranno sepolti al cimitero di Ostia Antica, nel campo dedicato ai piccoli angeli.

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