Lusso, bebè e cervelli italiani Il voto Usa si gioca in Florida

Per anni ago della bilancia, l'ex regno dei pensionati d'oro è rinato ed è tornato centrale in politica. Iscrivendo i neonati all'università

Lusso, bebè e cervelli italiani Il voto Usa si gioca in Florida

Sì, potrebbe anche andare a finire così: di nuovo Bush contro Clinton. Certo, non si tratta di George Walker contro Bill, ma di Jeb Bush, fratello dell'ex presidente ed ex governatore della Florida, contro Hillary Clinton, moglie di Bill ed ex segretario di Stato, che si fa spazio a gomitate fra i candidati democratici senza risparmiare il Presidente.

Poiché Jeff Bush si è fatto le ossa qui in Florida, partiamo dalla Florida. Cominciamo sfatando alcuni luoghi comuni. Il primo è che questo Stato sia un cronicario per pensionati del Nord che vengono portandosi dietro laute pensioni. Era vero una volta, non lo è più: la Florida è oggi uno Stato giovane, pieno di ricercatori scientifici, medici super-specializzati (molti gli italiani in fuga dalle baronie universitarie e dall'anti-meritocrazia italiana) con scuole pubbliche eccellenti e scuole private metodiste, cattoliche, ebraiche, in serrata concorrenza.

Un altro luogo comune è quello che spinge molti a confondere la Florida con Miami, che oggi è semmai la vera capitale del Sud America, riempita com'è da miliardari brasiliani, venezuelani, colombiani e messicani, ma che resta un corpo separato dal resto dello Stato. Tuttavia è d'obbligo studiare lo spagnolo che non è intesa come la lingua di Cervantes ma delle housekeeper (le donne di servizio cubane a ore che arrivano con la loro macchina carica di scope e detersivi) e degli operai stradali.

Il centro e il nord della Florida è invece «wasp»: bianco e protestante, con una provocatoria memoria dei fasti letterari di Dixieland, il Sud agricolo e schiavista di cui resta memoria nelle case più ricche che sono delle vere mansion come quelle di «Via col Vento»: fronte sul parco con quattro colonne doriche, Rolls Royce davanti all'ingresso, foreste di alberi e vegetazione scolpita: il paradiso dei giardinieri.

È uno Stato in cui tutti i giovani, maschi e femmine, giocano a calcio, il nostro calcio. I coach sono tutti europei e anche molti dei ragazzi sono europei trapiantati. Mio figlio di undici anni che ora gioca con i «Nomads» pensava di poter infilare gli americani come tordi, ma ha dovuto rivedere le sue aspettative perché questi americani giocano molto bene.

Tutto ciò ha a che fare strettamente con le elezioni di martedì, quelle di mezzo termine che in genere castigano il partito del presidente in carica, ma che questa volta secondo i sondaggi devasteranno il partito di Obama che dovrebbe perdere la maggioranza al Senato, oltre che alla Camera. Il partito repubblicano non è messo benissimo: non ha per ora un vero leader candidato alla Casa Bianca, anche se sta emergendo proprio Jeff Bush che contende il Colorado a Hillary. Il resto del partito repubblicano combatte alla spicciolata, diviso fra l'ala radicale del Tea Party e quella moderata conservatrice classica.

Qui in Florida è quasi certo che rivincerà l'attuale governatore calvo e sorridente che si chiama Rick Scott, un uomo che ha rivoluzionato l'assetto sociale della Florida. Ecco quel che ha fatto. Negli Stati Uniti tutte le giovani famiglie della classe media hanno un solo cruccio: mandare i propri figli in una fra le migliori università che assicurerà loro un ben remunerato lavoro, ma non tutti possono aspirare ad Harvard. Per le famiglie pensare di dover spendere venti, trenta e anche cinquantamila dollari l'anno per un solo figlio, è un incubo. E allora arriva la ricetta Scott il quale ha detto: giovani coppie, venite in Florida, scegliete oggi una delle università della Florida che oggi competono con le migliori del Nord e iscrivete i vostri bambini. Io vi blocco il prezzo alle tariffe attuali e vi permetto di versare mensilmente piccole rate - fra i quaranta e i trecento dollari - che vi ritroverete sul conto universitario, già pagato. Se restate il futuro è vostro.

Ha funzionato: migliaia e migliaia di coppie sono corse da tutti gli States ed hanno subito iscritto i loro bambini, anche i neonati, all'università. Trattandosi di coppie in genere impegnate nella ricerca scientifica - medici, fisici, biologi, matematici - è cresciuta enormemente la qualità delle scuole pubbliche e di conseguenza anche delle scuole private. Le scuole pubbliche hanno creato al loro interno una scuola di élite detta «Magnet», calamita, in cui si selezionano i migliori studenti in concorrenza con quelli degli altri Stati, in una sorta di campionato per i migliori, con commissioni itineranti di giudici scienziati, spesso europei, moltissimi gli inglesi, irlandesi, francesi. Mia figlia, 13 anni, ottava classe (la nostra terza media) si è trovata a fare una ricerca sullo stress giovanile e la sua relazione con alcune sindromi psichiatriche. Il suo lavoro, redatto secondo maniacali protocolli, è stata vagliata da scienziati provenienti da Washington DC.

Ecco dunque un caso di politica vincente di un governatore repubblicano che ha introdotto l'eccellenza della scuola dalla materna all'università, per ribaltare l'immagine superata di uno Stato per pensionati sdraiati sulla spiaggia ad aspettare la morte sorseggiando piña colada. I pensionati ci sono, ma più ancora si vedono gli «snow birds», letteralmente gli uccelli in fuga dalla neve e cioè tutta la classe media e l'upper middle class di New York, Boston e Chicago che si precipita in Florida ai primi freddi: all'entrata del ponte che porta a Palm Beach c'era ieri l'ingorgo delle macchine in arrivo dalla East Cost. Costoro non votano in Florida, ma l'apprezzano e ne parlando bene con un effetto propagandistico nazionale.

Obama nel frattempo ha perso l'appoggio di Leon Panetta, ex capo della Cia e ministro della Difesa sotto Clinton che ha scritto «Worthy Fights: A Memoir of Leadership in War and Peace» in cui colpisce duramente Obama accusandolo di lack fire (scarsa aggressività) perché «evita la battaglia lamentandosi, e perde le opportunità che gli passano sotto il naso». Obama gli ha fatto rispondere da Bill Burton, suo ex addetto stampa, che ha dato del miserabile a Panetta per la sua coltellata alle spalle.

Stesso impietoso giudizio sul Presidente dal novantenne suo predecessore Jimmy Carter il quale accusa Obama di «cambiare di volta in volta» la sua linea e lo critica per l'uso dei droni incubo della sinistra pacifista: Obama è spesso ritratto annoiato nel suo studio con la tv accesa, i piedi sul tavolo e in mano il telecomando con cui, anziché cambiare canali, lancia missili assassini.

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