Il capo politico Luigi Di Maio da giorni dice ai suoi che la parte del M5s che vuole costringerlo alle dimissioni è «solo una sparuta minoranza». Confida che basterà promuovere un nuovo organismo collegiale per calmare le acque. Ma la fronda è pronta a rilanciare. E l'obiettivo principale, più che Di Maio, è Davide Casaleggio. O meglio, gli uomini considerati a lui vicini. Molti hanno incarichi importanti nei ministeri, altri fanno parte degli staff comunicazione alla Camera e al Senato. «Non basta cambiare la struttura politica, va cambiato ma l'approccio nelle nomine», è il messaggio della dissidenza. Il primo nome che viene in mente è quello di Pietro Dettori. Ex dipendente della Casaleggio Associati, socio di Rousseau, in gialloverde a Palazzo Chigi, in giallorosso collaboratore della Farnesina guidata da Di Maio. L'esistenza di un fil rouge tra guru e capo politico nelle nomine è testimoniata dalla figura di Cristina Belotti. Per lei un passato in Casaleggio Associati, prima di essere nominata nello staff comunicazione del M5s all'Europarlamento, poi al Mise con Di Maio, ora alla Farnesina. I due sono i personaggi più in vista, ma i ribelli giurano che gli staff in Parlamento sono dominati da spin doctor e consulenti vicini al duo Casaleggio - Di Maio. Sono loro a lanciare i nuovi volti televisivi del Movimento, selezionando interviste e apparizioni nei talk show. Insomma, assicurano visibilità. Quella che manca ai deputati e ai senatori più critici. Ecco l'altro punto della contestazione: «In tv vanno sempre gli stessi».
E proseguono le trattative sulle espulsioni per i morosi delle restituzioni. Molti deputati e senatori a rischio provvedimenti, infatti, potrebbero annunciare il loro addio al M5s contestualmente all'avvio delle sanzioni. Accogliere le richieste, soprattutto al Senato, significherebbe evitare fughe in grado di mettere in difficoltà il governo. Ma tra oggi e domani potrebbero essere ratificate 5 o 6 espulsioni e una quindicina di sospensioni.
Ieri su Rousseau è stata giornata di votazioni. Per i facilitatori regionali (i risultati saranno comunicati oggi), i candidati presidente in Liguria, Toscana e Puglia e la destinazione delle restituzioni. Solo 4.456 preferenze espresse nelle tre regioni. In Liguria sarà ballottaggio il 23 gennaio tra Silvia Malivindi e Alice Salvatore, i due candidati più votati ieri. In Puglia, stesso giorno, gli attivisti dovranno decidere tra Antonella Laricchia e Mario Conca.
Per la Toscana si sfideranno Irene Galletti e Giacomo Giannarelli. Restituzioni: il 53,3% del totale ancora da destinare andrà al Fondo per la povertà educativa infantile, il 28,1% al Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, il 18,6% al Fondo contro la violenza sulle donne.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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