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M5s sempre più isolato. La prescrizione infinita piace solo a Bonafede

Il Pd chiede un "passo di lato" ai grillini. I renziani attaccano: "La riforma fa orrore"

M5s sempre più isolato. La prescrizione infinita piace solo a Bonafede

La giustizia continua ad agitare la maggioranza. Nonostante le rassicurazioni dispensate dal premier Giuseppe Conte non si placano le fibrillazioni sulla prescrizione, che minaccia sempre di più l'equilibrio del governo. I giallorossi sono attesi a gennaio alla prova del confronto sulla riforma Bonafede che entrerà in vigore col primo giorno del nuovo anno, da quando cioè la clessidra sui processi verrà stoppata dopo il primo grado di giudizio. Ma gli alleati sono spaccati e l'esecutivo dovrà cercare un difficile accordo per non scivolare.

Il Pd tramite il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia anche ieri chiedeva a Bonafede un «passo di lato» in nome della stabilità del governo. Ma il ministro della Giustizia si è impuntato, finora non ha accettato alcun passo indietro, mentre Conte nella conferenza a stampa di fine anno prometteva che una quadra si troverà con le norme per accorciare i tempi dei processi a cui sta lavorando il Guardasigilli. Eppure neanche il Pd arretra e minaccia di arrivare fino in Aula con la sua proposta di legge appena presentata per bloccare la norma di Bonafede: «Speriamo di non dover arrivare a votarla». Per i renziani di Italia Viva il rischio del «fine processo mai» nascosto nello stop alla prescrizione è un «orrore», ma a loro non piace nemmeno l'iniziativa dei dem.

Nel caos che regna si nasconde un'ulteriore insidia per il governo, la proposta di legge dell'azzurro Enrico Costa che abrogherebbe la riforma grillina e che potrebbe ottenere sia i voti dei dem che quelli degli azzurri, affondando l'esecutivo. «Apprezzo l'ottimismo del premier ma entrerà in vigore la sciagurata riforma Bonafede-Salvini che cancella la prescrizione - attacca Maria Elena Boschi - non si abbreviano i processi e si lasciano i cittadini nel limbo. Da avvocato sono sconvolta, da cittadina amareggiata per questa forma di populismo giudiziario. Se Conte ha una soluzione accettabile e credibile, saremo lieti di condividerla. Altrimenti voteremo la proposta Costa». Il Pd confida nella mediazione di Conte e in nuove aperture da parte del M5s, altrimenti non si sottrarrà allo scontro: «Confidiamo nel buon senso della maggioranza di Governo per trovare una quadra e speriamo che ciò accada senza dover ricorrere all'aula. Il Pd ancora una volta ha dato prova di essere una forza politica seria e di non avere alcuna paura di farsi carico di mettere in sicurezza il futuro del Paese», dice il dem Carmelo Miceli.

La Lega - con cui il Conte 1 aveva ottenuto il via libera alla riforma a patto che venissero velocizzati i processi - sta a guardare e denuncia come «la confusione e l'incompatibilità dei due principali attori del Conte bis, M5s e Pd, emergano con prepotenza sul problema prescrizione su cui le due forze politiche più giustizialiste nel panorama italiano stanno mercanteggiando per misurare la propria forza, delegittimandosi a vicenda. Il rischio concreto è che sia l'intero paese a pagare» accusa il deputato Jacopo Morrone. E Forza Italia rilancia: «Se davvero il Pd e Italia Viva vogliono rimediare a questo disastro, non devono far altro che votare la proposta di Forza Italia a prima firma Costa. In fondo, nel Parlamento, gli unici a volere questa riforma sono i grillini: i numeri ci sono, ora serve il coraggio» afferma il senatore azzurro Nazario Pagano.

Sulla giustizia i contrasti della maggioranza rischiano di arrivare fino in Aula, con conseguenze imprevedibili.

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