Cronache

Madrid offre il porto col trucco Open Arms: "Troppo lontano"

La Spagna concede l'approdo in Andalusia, no della Ong Salvini: «È inaccettabile». E spunta l'ipotesi delle Baleari

Madrid offre il porto col trucco Open Arms: "Troppo lontano"

La Spagna concede un porto ad Open arms, ma i talebani dell'accoglienza rispondono che è troppo lontano. La Guardia costiera stava valutando un'eventuale intervento per trasportare i migranti in Andalusia quando, in serata, è arrivata una nuova offerta iberica: i porti di Palma di Maiorca e Minorca, decisamente più vicini.

Il premier socialista Pedro Sanchez si erge a paladino europeo dell'umanità scagliandosi contro Matteo Salvini. Peccato che il Viminale avesse chiesto per iscritto, fin dal 9 agosto, l'intervento di Madrid per una nave che batte bandiera spagnola e una Ong che ha sede a Barcellona. «La Spagna agisce sempre di fronte alle emergenze umanitarie» ha affermato in un tweet il leader socialista spagnolo con una faccia di bronzo unica, dopo aver fato spallucce per dieci giorni puntando allo sbarco a Lampedusa. Il primo ministro pro tempore ha concesso il porto di Algeciras, vicino a Gibilterra, che, guarda caso è parecchio distante, ma attrezzato con un centro ad hoc per accogliere fino a 600 migranti.

La Spagna, però, accetterà furbescamente solo 10 migranti puntando sulla divisione degli altri con il resto dei paesi Ue disponibili. Sanchez novello «salvatore» ha accusato Salvini di avere creato una situazione «insostenibile» con la chiusura dei porti. Lo stesso che ha fatto la Spagna fino a ieri. Addirittura il ministero degli Esteri di Madrid ha annunciato che «valuterà la possibilità di agire di fronte all'Unione europea o alle istituzioni che si occupano di diritti umani e diritto marittimo internazionale, contro il comportamento mantenuto dal governo italiano a proposito dello sbarco dei migranti a bordo della Open Arms».

Ieri è iniziato il tardivo balletto di soccorso europeo. Spagna, Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo e Romania sono disponibili a dividersi le quote dei migranti di Open arms, ma i furbetti della Ue fino all'ultimo hanno sperato di farli sbarcare tutti in Italia. Il solito mezzo bidone: la suddivisione non è immediata a tal punto che ancora oggi siamo riusciti a trasferire solo la metà dei migranti accettata dai paesi europei per gli arrivi precedenti (quasi un terzo di quelli richiesti e coinvolti nella procedura). Per non parlare dei caveat imposti dai singoli stati. Ieri l'impegno della Francia «ad accogliere 40 persone» era subordinata al fatto che rispettino i criteri dello status di rifugiati. E non certo tutti i migranti a bordo di Open arms hanno diritto all'asilo.

Il commissario europeo uscente per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos, ha elogiato la Spagna per affrettarsi subito a piazzarci la prossima patata bollente chiedendo «lo stesso spirito di solidarietà» per la Ocean Viking, la nave di Msf, che punta a sbarcarne oltre 300 in Italia.

Il ministro dell'Interno sembra deciso a non mollare, ma la partita non è ancora chiusa. Grazie alla sponda di palazzo Chigi sta spuntando la Federazione delle chiese evangeliche in Italia pronta ad accogliere una parte dei migranti.

In pratica è la costola nostrana degli evangelici tedeschi che finanziano Sea watch e Sea eye, ong tedesche talebane dell'accoglienza, che dall'inizio dell'anno hanno forzato i divieti sbarcando immigrati da noi a cominciare da Carola Rackete.

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