Cultura e Spettacoli

"Mai un museo sul Fascismo". A sinistra la storia fa paura

La proposta dei grillini a Roma ha trovato il muro del Pd e dei partigiani. E la Raggi ritira la mozione

"Mai un museo sul Fascismo". A sinistra la storia fa paura

Un «grande museo sul fascismo» a Roma per contrastare il fascismo. La proposta, presentata come mozione in Campidoglio dai consiglieri grillini Gemma Guerrini, Andrea Coia e Massimo Simonelli, ha subito trovato un muro. I primi a erigerlo sono stati i partigiani dell'Anpi e il Pd, spingendo la sindaca capitolina Virginia Raggi a bloccare la mozione dei colleghi di partito. Eppure, la proposta voleva impegnare l'amministrazione comunale «alla realizzazione di un grande museo sul fascismo di tipo storico didattico, collegato a un centro studi di alto livello scientifico per raccontare tutti gli aspetti del regime fascista in maniera esplicativa è riportati nella mozione - utilizzando anche le nuove tecnologie digitali, che funga da polo attrattore per le scolaresche di ogni ordine e grado d'Italia e d'Europa, di curiosi, di appassionati, ma anche di turisti da tutto il mondo che abbia il valore catartico al pari delle altre consimili realtà museali già presenti in altri paesi europei». I consiglieri grillini chiedevano anche di «considerare la possibilità come luogo di realizzazione del museo del film sul fascismo uno dei siti di archeologia industriale di Roma». Ma la polemica è subito divampata.

Il primo a esprimere una netta contrarietà è stato il Pd. «È difficile da credere, ma con la giunta Raggi accade che si possa immaginare di avanzare il progetto della sua maggioranza in Campidoglio per un museo del Fascismo a Roma. Sarebbe uno schiaffo, un insulto alla città medaglia d'oro alla Resistenza e alle tante vittime del regime fascista - ha scritto in un comunicato il senatore Bruno Astorre, segretario del Pd del Lazio -. Abbiamo sperato si trattasse di ignoranza, di colpo di caldo, e che la mozione del M5S sarebbe immediatamente stata ritirata con l'aggiunta di scuse. Così non è stato purtroppo, ma è evidente che in ogni modo impediremo che abbia corso questa scellerata idea proposta dal M5S a cui chiediamo di fermarsi». Immediato anche il no dell'Anpi, che ha invitato i firmatari della mozione a ritirarla. «Dopo aver letto la mozione siamo allarmati: non si prevede esplicitamente un museo sui crimini del fascismo, sull'esempio di quanto realizzato in Germania, ma semplicemente sul fascismo - ha affermato l'associazione partigiani -. Immaginiamo quanti non vedano l'ora di poter dimostrare che il fascismo ha fatto anche cose buone. Nella mozione si fa inoltre riferimento sia al nazismo sia alla guerra fredda e si arriva a citare il museo in Ungheria che a Budapest, oscenamente, accomuna nazisti e comunisti». Tutto ciò, «viene previsto per un museo che verrà realizzato e gestito dalla prossima consiliatura capitolina, sui cui valori antifascisti nulla possiamo oggi prevedere, quando nel nostro paese non ci si vergogna più di citare Mussolini e dove il fascismo si esprime addirittura formando partiti che esplicitamente ad esso fanno riferimento e che tardano ad essere sciolti».

Ma le perplessità e le accuse sono arrivate da più parti. «Per ricordare gli orrori della dittatura fascista ci sono già via Tasso e le Fosse Ardeatine, non serve anche un museo - è il messaggio postato su Facebook dalla senatrice Pd Monica Cirinnà -. Piuttosto acceleriamo la realizzazione di quello sulla Shoah a Villa Torlonia». Sulla mozione piovono critiche anche da Fratelli d'Italia: «Nel Movimento non riescono a essere d'accordo tra di loro neanche sulla storia. La mano sinistra non sa quello che fa la destra», ha twittato il consigliere regionale Chiara Colosimo.

A stoppare le polemiche ci ha pensato la sindaca Raggi, la quale ha bloccato la mozione spiegando che «Roma è una città antifascista, nessun fraintendimento in merito».

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