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Malagò incassa con stile e baciamano «Un piano B? Non è la strada giusta»

Il presidente del Coni: «Una donna non deve mai chiedere scusa»

Malagò incassa con stile e baciamano «Un piano B? Non è la strada giusta»

Patricia Tagliaferri

Roma L'incontro era fissato da mesi, ma il caso ha voluto che la presentazione del logo di Euro 2020 cadesse proprio l'indomani del no alla candidatura olimpica, con la sindaca Virginia Raggi che dà buca a Giovanni Malagò e se ne va in trattoria mentre il presidente del Coni l'aspetta davanti alla porta del suo ufficio con il presidente del Comitato Paralimpico italiano Luca Pancalli.

Così, soltanto poche ore dopo quello sgarbo istituzionale, Malagò e la Raggi si ritrovano faccia a faccia. Ma da uomo di mondo qual è, Malagò stupisce chi si aspettava una qualche reazione nei confronti della sindaca grillina. «Neanche uno sceneggiatore poteva immaginare una situazione del genere», commenta. Appena arriva al Foro Italico lei fa di tutto per evitare di trovarselo di fronte. È lui a intercettarla. «Signora sindaca», attira la sua attenzione. Sorprendendola con un impeccabile baciamano. Chissà se per rimarcare la differenza di comportamento o se per un gesto di distensione. «Con una persona con cui non ho confidenza lo faccio sempre», spiegherà poi il presidente del Coni, che commentando con i giornalisti l'affronto della sindaca non abbandonerà mai i suoi modi da gentleman. Neanche quando gli viene chiesto di commentare la dichiarazione di Alessandro Di Battista. Il grillino su Facebook gli ha dato del «coatto che minaccia», raccontando che quando in campagna elettorale la Raggi disse che pensare ai Giochi sarebbe stato da criminali, il presidente del Coni avrebbe detto furioso a un collaboratore «Aho, areggime er giacchetto». Anche in questo caso il solito autocontrollo nel replicare: «Onestamente non penso di essere un coatto. Penso che la mia vita e il mio stile dicano qualcosa di diverso, ma anche su questo rispettiamo le opinioni di tutti».

Mai una sbavatura, mai una frase sopra le righe. Tanto per aggiungere qualche anno luce alla distanza tra i due. La sindaca a pranzo fuori mentre noi aspettavamo? «Onestamente non mi sembra quello il problema, poi i fatti sono sotto gli occhi di tutti. Ma mi sembrano cose marginali rispetto ad altre questioni». A pranzo con lei? «E perché no, siamo persone educate». Poi il capolavoro di diplomazia e galanteria con cui si chiama fuori dal «linciaggio» della Raggi per il forfait di mercoledì mattina: «Non mi aspettavo nessuna scusa. Non c'è problema, una donna non deve mai chiedere scusa». E poi non è giornata di chiarimenti, questa. «L'educazione è importante - insiste Malagò - soprattutto oggi nei confronti del signor Ceferin (il nuovo presidente Uefa, ndr). Oggi presentiamo il logo Euro 2020 nella casa del Coni e secondo me non è giusto che si debba parlare di altro». Certo Malagò non nasconde che il no a Roma 2024 è stato per lui «un'amarezza infinita». Ma non ci saranno piani B per andare avanti con la candidatura: «Non è la strada giusta, perderemmo credibilità».

Alla fine, però, dopo aver sentito la sindaca sperticarsi in lodi per lo spezzone di europeo che si terrà allo stadio Olimpico, Malagò una stoccata la dà: «Ci sono discorsi di cuore e discorsi di protocollo».

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