La maledizione dei giovani del nuoto italiano. Precipita un ultraleggero, morti due atleti

Ventenni e amici di Manuel Bortuzzo, paralizzato dopo un colpo di pistola

La maledizione dei giovani del nuoto italiano. Precipita un ultraleggero, morti due atleti

Trenta secondi di volo poi lo schianto. Sono rimasti intrappolati all'interno del velivolo Gioele Rossetti, 23 anni, e Fabio Lombini, 22 anni, due nuotatori con la passione degli aerei. Morti fra le fiamme a pochi metri dalla pista dell'aviosuperficie «Le Grugnole», a Nettuno. Due promesse della nazionale di nuoto, amici e compagni di Manuel Bortuzzo, l'atleta azzurro colpito da un proiettile e finito su una sedia a rotelle.

I giovani, secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Anzio, sarebbero saliti sul piccolo Tecnam P92S di proprietà del papà di Rossetti poco prima delle 10. Un giro panoramico sul litorale prima di andare a pranzo dagli zii di Gioele. Un guasto al motore quattro cilindri o un errore del pilota, Rossetti? Fatto sta che il biposto precipita al suolo. Quando i vigili del fuoco arrivano all'altezza di via Avezzano l'areo è carbonizzato. Sarà l'autopsia a stabilire se le vittime siano morte o meno sul colpo. L'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo ha inviato sul posto un investigatore e aperto un'inchiesta sull'incidente dell'ultraleggero che va ad affiancare quella già avviata dai carabinieri assieme alla Procura di Velletri. «Purtroppo su velivoli di questo genere - spiegano i carabinieri - non esiste la scatola nera che registra ogni fase di volo. In dotazione solo un sistema di geolocalizzazione gps». Rossetti, che aveva conseguito un brevetto di volo turistico-sportivo, frequentava la facoltà di Medicina all'Università Tor Vergata, a Roma, ed era un atleta dell'Aurelia Nuoto, la prima società sportiva di Bortuzzo. Lombini era della «In Sport Rane Rosse» ed era originario di Castrocaro Terme, Cesena. Si allenava nel polo natatorio di Ostia assieme a Manuel Bortuzzo. Il 22enne è stato finalista nei 200 metri stile libero agli europei di Copenaghen e medaglia d'argento ai campionati italiani 400 metri.

Una tragedia per lo stesso Bortuzzo, sconvolto alla notizia, e per tutta la Federazione italiana nuoto. Un grave incidente che segue di appena sei giorni quello del Cesna decollato dall'aeroporto dell'Urbe, sempre a Roma, e finito nel Tevere dopo un ammaraggio d'emergenza. Il pilota istruttore, Giannandrea Cito, 30 anni, è uscito dalla cabina prima che il velivolo si inabissasse nel fiume. L'allievo, Daniele Papa, 23 anni di Cerveteri, non ce l'ha fatta. Il corpo è stato recuperato dai sommozzatori a dieci metri di profondità dopo due giorni di ricerche.

Una serie interminabile di incidenti quella che coinvolge gli ultraleggeri e sulla quale l'Ansv ha svolto una ventina di inchieste solo negli ultimi quattro anni. Una maledizione quella delle giovani promesse del nuoto italiano. Ma non solo. A febbraio ha perso la vita Tommaso Battini, 23 anni, arbitro federale di rugby, precipitato con un biposto nei pressi di Bologna.

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