La maledizione dei Kennedy colpisce ancora: overdose uccide Saoirse, giovane e depressa

Trovata morta in casa, era nipote di Bob. Nonna Ethel: «Siamo devastati»

La maledizione dei Kennedy colpisce ancora: overdose uccide Saoirse, giovane e depressa

I Kennedy non piangono mai diceva mamma Rose che prima di arrivare a 104 anni, e raggiungerli, aveva seppellito quattro dei suoi nove figli. Ma non è vero. I Kennedy piangono sempre, per il macigno di un nome che schiaccia, la maledizione di una dinastia, il melodramma che accompagna una famiglia che per decenni ha rappresentato gli splendori e le miserie dell'America, la vetrina luccicante della nuova frontiera e della bellezza al potere e il retrobottega degli orrori, delle figlie sepolte vive, delle amanti famose uccise dai barbiturici, della segretarie lasciate morire nelle paludi di Chappaquiddick, dei tradimenti infiniti, dalle amicizie pericolose e degli abusi di alcool e droghe.

Muoiono da eroi come Joseph, il predestinato, disintegrato da dieci tonnellate di esplosivo sui cieli della seconda guerra mondiale o da incoscienti come John John, figlio di Jfk, precipitato con la moglie su un piper in una notte senza luci, con una caviglia rotta e dieci lezioni di volo ancora da fare prima di prendere il brevetto di volo. Muoiono per stupidità come Michael, sesto figlio di Bob, ucciso da una caduta sugli sci mentre scendeva le nevi di Vail a spalle girate giocando a football con gli amici o per imprudenza come Kathleen Rose, che indifferente alle rimostranze del pilota che doveva riportarli in Francia si attardò a cena per poi schiantarsi nella tempesta annunciata, a Saint-Bauzile. Muoiono per overdose di cocaina come David Anthony e, come pare l'ultima della lista, Saoirse, 22 anni, nipote di Bob, ritrovata cadavere nella residenza di famiglia a Hyannis Port, nel Massachussetts anche se la polizia spiega che «la questione rimane oggetto di indagini». Oppure muoiono semplicemente perché sono Kennedy come John e Bob.

«I nostri cuori sono a pezzi - dice ora nonna Ethel - la vita di Saoirse era piena di speranza e amore. Il mondo è ora un po' meno bello». Amore sicuro, speranza forse. Studiava comunicazione al Boston College, era vice presidente del gruppo degli studenti democratici, aveva fatto la volontaria in Messico, ma quando frequentava la Deerfield Academy, scuola privata del Massachusset, aveva confessato al giornale della scuola la sua lotta contro la depressione «che sarà con me per il resto della mia vita». E poi, come a chiedere aiuto, «la gente parla liberamente di cancro: perché è così difficile discutere della depressione?». Anche il padre Paul Hill oltre a mamma Courtney, quinta figlia di Robert, assassinato nel 1968, era famoso. Era uno dei «Quattro di Guildford», i nazionalisti irlandesi incarcerati ingiustamente negli anni Settanta con l'accusa di aver organizzato attentati in nome dell'Ira, l'esercito repubblicano irlandese, storia che ispirò il film In nome del padre con Daniel Day-Lewis.

Una maledizione che è più statistica che reale essendo la famiglia Kennedy sterminata, in entrambi i significati della parola, tra figli, nipoti e pronipoti, ma che nutre il suo mito di tragedia, di vittime sacrificali involontarie, che sostituiscano la mistica della Dinasty che non piange mai all'ambizione politica che non c'è più, se si esclude Joseph P. Kennedy III detto «il rosso», 38 anni, nipote di Bob, deputato dem del Massachusetts e paladino dei dreamers. Il requiem infinito di una famiglia che si sentiva investita della missione di cambiare il mondo, ma che poco ha inciso nella storia e molto nell'immaginario collettivo, nella promessa mai realizzata della nuova frontiera, di quei mille giorni appena di Jfk che sono all'inizio di tutto. Forse, il tempo mai vissuto, se non ci fosse stata la Tragedia, oggi li avrebbe restituiti banalmente alla dimensione di un Clinton qualsiasi.

Di Saoirse resta una foto scattata il 6 giugno del Duemila, al cimitero degli eroi di Arlington: la

famiglia in piedi davanti alla tomba di John Kennedy e una bambina di tre anni vestita di rosa che depone una rosa bianca sulla tomba. Forse la maledizione dei Kennedy è questa: il privilegio atroce di non invecchiare mai.

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