Manette pronte a scattare per l'ex Cinque stelle

I carabinieri propongono l'arresto dell'ex consigliere De Robbio per le Comunali inquinate

Simone Di MeoQuarto (Napoli) Scattano le richieste d'arresto per la «camorra a Cinque stelle» a Quarto (Na). In una informativa agli atti dell'inchiesta sulle infiltrazioni del clan Polverino nel Comune amministrato dal sindaco pentastellato Rosa Capuozzo, i carabinieri hanno infatti proposto la misura cautelare per i protagonisti della presunta compravendita di voti in occasione delle amministrative del maggio scorso: l'ex consigliere M5S Giovanni De Robbio, l'ex assessore Pd Mario Ferro e l'imprenditore Alfonso Cesarano. Con loro sono indagati pure galoppini e collaboratori di quest'ultimo per attività collegate al monopolio delle pompe funebri nell'area flegrea.Per ora, il primo cittadino espulso dal M5S per aver rifiutato di dimettersi è parte lesa dei tre tentativi di ricatto da parte di De Robbio, anche se per il pm Henry John Woodcock «ha tuttavia tenuto una condotta poco lineare e sicuramente da approfondire» per aver lei minimizzato, in sede di interrogatorio, le pressioni indebite ricevute dall'esponente politico del suo stesso partito che invece emergevano chiaramente dalle telefonate intercettate con altri consiglieri comunali. Pressioni ammesse solo nel corso degli ultimi faccia a faccia col pm. Nelle perquisizioni dei giorni scorsi, i militari non sono però riusciti a recuperare le supposte registrazioni che la Capuozzo e De Robbio si sarebbero fatte a vicenda («Io non sono riuscita a registrarlo perché quello è un furbo... e pure lui mi registra») e che ruoterebbero attorno all'abuso edilizio nella casa dove la donna abita col marito. Il punto debole che De Robbio avrebbe voluto sfruttare per ottenere la gestione dello stadio, da affidare ai Cesarano, e l'assunzione del figlio di Ferro al cimitero. Richieste rigettate dal sindaco in un'escalation di scontri e di sospetti catturati dal controllo elettronico delle utenze. Dopo la notizia dell'avvio dell'indagine, infatti, nelle stanze del Municipio si respira un'aria tossica. «Quelli mettono pure le cimici... lo sapevo si lascia sfuggire la Capuozzo al telefono ieri abbiamo messo mani alla Sogest e il tempo di mettere mano che stamattina ho visto dei movimenti che hanno pagato subito al Comune e tutto... va bene e allora ho detto qua proprio non possiamo... non possiamo neanche parlare dentro una stanza, hai capito?».Ma è tutto lo spettro di rapporti opachi tra la camorra locale e la politica sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori. Perché i Cesarano sono convinti di poter gestire politicamente non solo De Robbio, ma gran parte del consiglio comunale di Quarto. «Se noi vediamo la mala parata che quello non ci sta a sentire (il riferimento è proprio al grillino, ndr), lo facciamo cadere subito dice il figlio di Cesarano al telefono perché si buttano tutti quanti all'opposizione e lo facciamo... lo facciamo cadere... incominciamo ad appoggiare tutti quanti all'opposizione... loro cadono eh».

Perché Giacomo Cesarano era così sicuro di poter orientare anche le scelte della minoranza? Dall'informativa emerge inoltre la circostanza che il gruppo dei Cesarano si sarebbe interessato pure alle amministrative del vicino Comune di Giugliano in Campania, conquistato al ballottaggio da un ex piddino estromesso dalle primarie locali perché indagato in un'altra vicenda.

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