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Le mani della Muraro sull'Ama

Paola Muraro, assessora all'ambiente al Comune di Roma, chiese all'ex amministratore delegato di Ama, Daniele Fortini, di pulire prioritariamente le vie degli elettori Cinquestelle e, poi, avrebbe compiuto una serie di epurazioni per imporre dirigenti a lei vicini

Le mani della Muraro sull'Ama

La Muraro “girava in azienda le mail che le arrivavano da alcune sue sostenitrici. Le scrivevano: ‘Brava, devi andare avanti così. Ma sotto casa mia il cassonetto puzza ed è pieno’. Così nella mail ci chiedeva di andare a pulire proprio quel cassonetto o quella strada. Si chiamano servizi a chiamata elettorale”. È questa l’accusa lanciata, dalle colonne di Repubblica, da Daniele Fortini, ex amministratore delegato di Ama, nei confronti dell’assessora all’Ambiente della giunta di Virginia Raggi, Paola Muraro che, secondo le ultime indiscrezioni giornaliste, sarebbe indagata per abuso d’ufficio.

Secondo Fortini "Paola Muraro più che il ruolo di assessore interpreta quello della persona che comanda, che interviene sulla produzione dei servizi e sull'organizzazione delle dirigenze ". Un’accusa pesante che, però, trova riscontro in un articolo pubblicato oggi da La Stampa nel quale si racconta come il piano di riorganizzazione dell’azienda, voluto dall’ assessore, non sia altro che una semplice opera di epurazione dei dirigenti nemici da sostituire con persone più fidate. La Muraro, nel corso di una riunione del 26 agosto scorso, tenutasi in Campidoglio insieme all’ex assessore al bilancio, Marcello Minenna, con Alessandro Solidoro e Stefano Bina (all’epoca presidente e dg dell’Ama) in collegamento telefonico, impone alcuni cambiamenti ai vertici della municipalizzata dei rifiuti.

Il primo a essere rimosso è Pietro Zotti, direttore industriale da cui dipendono anche i due impianti di trattamento biomeccanico dei rifiuti di Ama e, insieme a lui, cade anche il dirigente Marco Casonato. Il secondo è Leopoldo D’Amico, già rimosso da Panzironi, il presidente dell’era Alemanno, e, poi, reinserito da Fortini come capo del progetto degli Ecodistretti. La sua rimozione serve alla Muraro per mantenere il consenso tra i comitati di Rocca Cencia. Il terzo da far fuori è il 41enne direttore delle risorse umane Saverio Lopes, 41 anni, inviso dai sindacati come le Usb e dal capo della Cisl in Ama, Alessandro Bonfigli (amico del grillino Marcello De Vito) per la sua lotta contro l’assenteismo e il consociativismo aziendale. Lopes denunciò brogli nell’accaparramento delle deleghe sindacali, e favorì il licenziamenti dei 41 di parentopoli. Il suo operato favorì una scissione sindacale che portò via 500 tessere dalla Cisl di Ama (per un valore di 120mila euro all’anno).

Solidoro, allora presidente, e Minenna, non vogliono rimuovere Lopes (per il quale stavano valutando la promozione a direttore generale), ma la Muraro non cede. Pochi giorni dopo si dimettono sia Minenna sia Solidoro, il quale, prima di andarsene, strappa l’ordine di servizio per la rimozione di Lopes. La Muraro, però, il 2 settembre riconvoca i dirigenti di Ama e fa le nuove nomine. Chiama a lavorare in Ama Giancarlo Ceci, responsabile della programmazione del M5S, e offre il posto di Lopes a Giuseppe Rubrichi, 66 anni, oggi dirigente per la sicurezza sui luoghi di lavoro, finito sotto inchiesta nel 2000 per irregolarità commesse con l’inceneritore di Collefferro. Una sua nomina potrebbe far rientrare di fatto in gioco, a dirigere gli impianti, Alessandro Muzi, in buoni rapporti con Manlio Cerroni, l’imprenditore “re delle discariche” romane.

Quel Muzi che si fece fotografare accanto al sindaco Raggi e all’assessore Muraro durante la loro prima visita all’impianto di Rocca Cencia.

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