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Le mani sui fondi sociali con l'emendamento-truffa

Non c'è solo il caso Guidi. Nella riforma del Terzo settore una norma del governo istituisce la Fondazione Italia Sociale: l'ente potrà gestire parte dei 64 miliardi di euro del no profit

Le mani sui fondi sociali con l'emendamento-truffa

Riforma con bidone. L'emendamento a favore di Tempa Rossa che ha inguaiato l'ormai ex ministro Federica Guidi potrebbe non essere l'unico a creare motivi di grave imbarazzo al governo. Il Senato ha appena dato il via libera in seconda lettura alla legge delega che riorganizza il settore del No profit. Una riforma necessaria anche secondo gli operatori che fanno parte di quel vasto mondo che ruota intorno al sociale. Peccato però che una volta in Aula, in dirittura finale, sia stato inserito un emendamento di iniziativa governativa che prevede l'istituzione della Fondazione Italia Sociale. Organismo di natura privata ma che viene finanziato con un milione di euro di soldi pubblici, già previsti nel testo per «lo svolgimento delle attività istituzionali», insomma per i costi di gestione. In cauda venenum, dicevano i latini. E il milione di euro è soltanto l'inizio. Questa Fondazione potrà infatti mobilitare risorse finanziare pubbliche e private con le quali sostenere «la realizzazione e lo sviluppo di interventi innovativi da parte di enti del Terzo Settore». Insomma Italia Sociale avrà il potere di gestire ed indirizzare i finanziamenti di un settore che secondo l'ultima indagine Istat raccoglie circa 64 miliardi di euro all'anno. Ma come funzionerà questa Fondazione? Al momento non è chiaro visto che viene assegnata al governo la delega per definire lo Statuto e le finalità dell'Ente. A chiedere chiarimenti sono stati prima di tutto proprio i volontari che operano nel settore. Maria Teresa Bellucci presidente del Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano, Modavi, «saluta con favore l'approvazione della Riforma» ma si confessa «basita per l'istituzione della Fondazione». Una «sorpresa di Pasqua» che ha lasciato basiti anche molti senatori. Mentre il testo è stato approvato con 146 sì la norma che prevede l'istituzione della Fondazione ne ha ottenuti 123. A votare contro anche alcuni esponenti del Pd. E infatti quell'emendamento era già stato presentato dal Pd in Commissione ma era finito nel cestino. È stato dunque necessario l'intervento diretto del governo per ripresentarlo in Aula ed approvarlo. Anche il quotidiano Avvenire nell'articolo che parlava della Riforma aveva segnalato come «unico sussulto» di un cammino tranquillo proprio l'approvazione di questo emendamento.Creare una Fondazione che potrà gestire milioni di euro pubblici e privati senza specificarne subito lo Statuto con le regole alle quali dovrà attenersi ha fortemente disorientato le migliaia di volontari che ogni giorno si impegnano in modo altruistico e che invece negli ultimi mesi hanno visto il loro lavoro indirettamente infangato dai casi di gestione criminale dei finanziamenti come è accaduto per Mafia Capitale.«La natura giuridica della Fondazione ci lascia molto perplessi - spiega la Bellucci - In che modo verranno sostenuti i progetti del mondo del Terzo Settore? Non si parla di bandi pubblici o di concorsi non si chiarisce quali saranno i sistemi di gestione e di monitoraggio». Le associazioni di volontariato proprio per evitare nuovi scandali avevano chiesto invece l'istituzione di una Authority nazionale che avesse esclusivamente compiti di controllo e che garantisse la trasparenza sulla gestione economica dei fondi.

Per l'approvazione definitiva manca l'ultimo passaggio alla Camera ma la possibilità di modificare la legge sono scarse visto che il testo arriverà a Montecitorio blindato.

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