Economia

"Una manovra da 25 miliardi" Ma ne rischiamo 10 di tasse

Annuncio del governo: via la Tasi, fondi per Sud e sviluppo Dubbi sulle coperture, c'è l'ipotesi di un'altra mazzata fiscale

"Una manovra da 25 miliardi" Ma ne rischiamo 10 di tasse

L a legge di Stabilità per il 2016 avrà un ordine di grandezza di circa 25 miliardi di euro. È quanto ha anticipato il viceministro dell'economia, Enrico Morando sottolineando che «circa 16 miliardi servono per eliminare le clausole di salvaguardia, 4,5 per l'operazione su Imu e Tasi prima casa e il resto per il Sud e lo sviluppo». Le indicazioni sono state in gran parte confermate dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi nel corso del suo intervento a Porta a porta . L'unico punto interrogativo riguarda il capitolo sulla flessibilità delle pensioni ( vedi articolo sotto ) per il quale il viceministro ha escluso stanziamenti ad hoc, a differenza del premier che però non è entrato nel dettaglio.

«Innanzitutto saranno eliminate le cosiddette clausole di salvaguardia introdotte con la legge di stabilità dello scorso anno che valgono circa 16 miliardi», ha esordito Morando. L'ipotesi di lavoro è quello di utilizzare 10 miliardi rivenienti dalla spending review sfruttando, contestualmente, circa 6 miliardi di margine di manovra sull'indebitamento concessi dall'Ue ai Paesi che adottano percorsi di riforma. Al di là del fatto che questa impostazione presupponga un incremento del deficit/Pil di almeno 0,4 punti percentuali rispetto all'1,8% previsto per il 2016 (salvo revisioni al rialzo della crescita economica), occorre ricordare una particolarità. I 16 miliardi di clausole di salvaguardia, infatti, scatterebbero in mancanza di corrispondenti riduzioni di spesa. Se quest'ultima fosse realizzata in misura inferiore al previsto, è lecito presupporre l'introduzione di una nuova clausola che obblighi a una spending review futura.

Il viceministro ed esponente del Pd ha poi confermato «l'impegno di superare l'Imu e la Tasi sulla prima casa con intervento che riguarderà anche i terreni agricoli e gli impianti imbullonati a terra per una riduzione che vale circa 4,5 miliardi». Le agevolazioni si concentreranno, soprattutto sul Mezzogiorno sotto forma - parole di Renzi - di credito di imposta per gli investimenti. A questo dovrebbe poi aggiungersi, sempre secondo le dichiarazioni del premier, la replica della decontribuzione per i neoassunti. «Le leve possono essere la riduzione dell'Ires (anticipando l'intervento previsto per il 2017, ndr ), ma anche un intervento sugli ammortamenti degli investimenti», ha specificato il viceministro. Il costo minimo di queste misure è di 2 miliardi di euro a cui potrebbe aggiungersi «qualche risorsa per sviluppare la contrattazione di secondo livello».

È chiaro che il differenziale tra i 25 miliardi circa previsti e le coperture provenienti da spending review e maggior deficit (16 miliardi) è rappresentato dalle entrate fiscali. Si può ipotizzare che la leva delle tasse pesi per circa una decina miliardi anche se il governo intenderebbe giocarsi la carta della voluntary disclosure . «Sono risorse che non hanno carattere strutturale ma potrebbe arrivare nelle casse una cifra significativa», ha concluso Morando. Il termine per l'autodenuncia dei capitali esportati all'estero scade il 30 settembre: l'80% delle domande è ancora in stand-by.

Giocare questa carta, perciò, implica una buona dose di azzardo.

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