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Manovra, Pd e grillini avanti nel caos

Problemi di copertura, possibile voto di fiducia. E M5s ferma per sempre le trivelle

Manovra, Pd e grillini avanti nel caos

Da un lato la legge di Bilancio, approdata all'Aula della Camera nella versione definitiva. Che la Ragioneria generale dello stato non ritiene tale, visto che ieri ha di fatto chiesto una riscrittura di molti articoli. Dall'altro un ritorno di fiamma «No Triv» dei Cinque stelle con un provvedimento che oggi potrebbe essere già approvato dal consiglio dei ministri. Nel 2019 erano state sospese le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi nel territorio italiano. Nelle bozze circolate ieri del Milleproroghe, tradizionale decreto di fine anno, c'è qualcosa di più. Un «divieto su tutto il territorio nazionale del conferimento di nuovi permessi di prospezione o di ricerca ovvero di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi». In sintesi, uno stop definitivo alle attività estrattive di metano e petrolio sul territorio italiano.

Al ministero dello Sviluppo economico guidato da Stefano Patuanelli (M5s) il compito di respingere le nuove richieste di concessioni. Quelle in vigore «mantengono la loro efficacia sino alla scadenza». In sordina, il governo Conte fa calare il sipario sull'attività di estrazione di combustibili.

Nessun commento dei partiti di maggioranza, ma il contenuto del Milleproroghe potrebbe creare nuovi malumori nel governo, ancora alle prese con una difficile trattativa sul Recovery fund.

Protestano invece i sindacati. «Spero che il governo metta la parola fine ad ogni azione contraria all'autonomia energetica del Paese», ha commentato il segretario generale della Uiltec Paolo Pirani, ricordando come un tentativo simile era già stato fatto con questa estate. Un blitz poi rientrato.

Nel Milleproroghe troveranno spazio altre misure. Dallo stop alle tariffe autostradali fino al luglio del prossimo anno alla proroga per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione e del turn over pieno per i dipendenti pubblici.

Scelte impegnative che spuntano peraltro mentre l'iter della legge di Bilancio si complica. Il passaggio nell'Aula di Montecitorio ieri è stato interrotto dai rilievi della Ragioneria generale dello Stato su temi chiave. In una lettera inviata agli uffici del ministero dell'Economia, la Ragioneria ha chiesto 14 stralci e 65 riformulazioni di altrettanti emendamenti approvati lo scorso week end alla Camera. Il testo ora tornerà in commissione per le correzioni. Interventi tecnici, su temi comunque delicati. Come la nona salvaguardia per gli esodati, che «non h una adeguata relazione tecnica». Ieri sera i deputati erano al lavoro per inserire i correttivi al maxiemendamento, composto da più di mille commi. Tempi strettissimi per una sessione di bilancio caratterizzata da una sorta di monocameralismo che è piaciuto poco ai senatori. Stanotte la manovra dovrebbe passare con il voto di fiducia, a Palazzo Madama resta il ruolo di notaio discelte già fate. Per il governo il costo di questa sessione di bilancio mini sono concessioni alle opposizioni. Il viceministro dell'Economia Antonio Misiani ha quantificato il valore delle modifiche apportate dalla Camera in 4,3 miliardi di euro. La manovra vale 40 miliardi «ai quali vanno sommati 31 miliardi per effetto trascinamento delle manovre anti crisi varate in questi mesi».

Tra le misure last minute più apprezzate la cassa integrazione per le partite Iva. «Grazie al nostro lavoro in manovra ci saranno più risorse per autonomi e partite Iva», ha rivendicato Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Ma il giudizio negativo sulla manovra resta.

«Alimenta la spesa cattiva», lamenta Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, che ora annuncia: il centrodestra raddoppierà l'attenzione sui fondi del Next generation Eu.

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