Roma Una manovra tutta elettorale (o quasi) specialmente sul capitolo previdenza. Si tratta del ddl di Bilancio per il quale il presidente della Repubblica ha firmato ieri l'autorizzazione per la presentazione alle Camere. Domani il presidente del Senato, Pietro Grasso, aprirà ufficialmente la sessione di bilancio di Palazzo Madama: la relatrice del testo sarà la piddina Magda Zanoni. la lettera inviata dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e dal commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, impone all'Italia di tenere stretti i cordoni della borsa: anche se la minore correzione del deficit è stata più o meno consentita (0,3% del Pil anziché dello 0,6%), Bruxelles teme le «significative deviazioni» che potrebbero provenire dall'iter parlamentare più che dal fatto che lo 0,1% di riduzione del deficit venga dalla minore spesa per interessi più che dalla riduzione del debito pubblico.
Ma la campagna elettorale bussa alle porte e il Pd non può permettersi di scontentare la propria base, soprattutto in materia di pensioni. Il segretario Matteo Renzi aveva provato a proporre un rinvio del decreto per l'adeguamento dell'età pensionabile alla prossima legislatura in modo da tenere la questione in sospesa, ma tanto il ministro dell'Economia Padoan (preoccupato che l'esecutivo Ue si imbizzarrisse) che il presidente dell'Inps, Tito Boeri («Costa 140 miliardi fino al 2040» da cui deriva l'accusa del forzista Brunetta di «terrorismo previdenziale), hanno respinto il tentativo. Al Nazareno resta un ultima carta da giocare e probabilmente troverà spazio proprio in manovra: estendere l'Ape social a una decina di categorie di lavori usuranti (tra i quali infermieri, camionisti, macchinisti e maestre d'asilo) per consentire a queste ultime di lasciare in anticipo il lavoro con il prestito pensionistico erogato dallo Stato. Il costo è limitato perché non supera i 100 milioni di euro e consentirebbe a Renzi di presentarsi in tour elettorale senza deludere troppo i sessantenni.
Sempre in tema previdenziale è previsto l'inserimento di una norma per ripianare il deficit patrimoniale dell'Inps: il Tesoro cancellerebbe 88,8 miliardi di debiti dell'istituto di previdenza sotto forma di anticipazioni compensandoli parzialmente con 29,4 miliardi di crediti vantati dall'Inps. In questo modo il patrimonio a fine 2017 dai -7 miliardi attesi potrebbe salire ben sopra i 50 miliardi consentendo all'Inps di mantenersi apparentemente in equilibrio. In buona sostanza, un «regalo» al presidente Boeri che ha sempre sostenuto che lo Stato dovesse farsi carico delle prestazioni che non trovavano adeguata copertura nel bilancio.
L'aspetto più interessante della manovra è, tuttavia, il suo risvolto politico. La commissione bilancio di Palazzo Madama dopo l'ennesima uscita di Mdp dalla maggioranza nella manovra è nelle mani dell'opposizione. Questo significa che il governo rischia di restare intrappolato nel Vietnam di Palazzo Madama, impasse dal quale uscirà apponendo la solita fiducia sul maxiemendamento e cercando sostegni «responsabili».
Tra gli argomenti che saranno maggiormente oggetto di dibattito si segnalano: l'abolizione parziale del superticket da 10 euro su analisi ed esami, l'allargamento della decontribuzione, la web tax e l'estensione della cedolare secca agli affitti commerciali chiesta da Confedilizia.
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