Marchini chiede i danni a «Repubblica»: 30 milioni

Il candidato va al contrattacco: «Classico fango elettorale, ignorate le mie smentite»

Patricia TagliaferriRoma Alfio Marchini scopre il metodo Repubblica. Ultimo di una lunga serie di prede illustri, il candidato sindaco di Roma prova sulla sua pelle che vuol dire finire nel mirino del quotidiano fondato da Scalfari e di quella sua abitudine a picchiar duro contro l'avversario politico di turno a colpi di presunti scandali, non tenendo conto delle smentite.Repubblica racconta che ci sarebbero 60 milioni di euro della Banca Popolare di Vicenza transitati su alcuni fondi lussemburghesi e finiti alle società di Marchini. L'imprenditore spiega, precisa, pensa di aver chiarito e invece arrivano nuove accuse. «Classico fango elettorale», lo chiama l'interessato, passando al contrattacco con una richiesta di risarcimento bella pesante: 30 milioni di euro per articoli diffamatori. Il primo, pubblicato giovedì, svela l'esistenza di una segnalazione di Bankitalia ai magistrati vicentini che indagano sugli ex vertici della Banca Popolare di Vicenza ipotizzando i reati di aggiotaggio e di ostacolo alla vigilanza. Inchiesta, tra l'altro, nella quale il candidato sindaco della capitale non risulta indagato. Il giornale cita un paio di verbali che si soffermano sui vari passaggi di un investimento di 350 milioni effettuato in tre fondi lussemburghesi dalla banca, già esposta per altri 75 milioni di euro verso il gruppo Marchini, denaro che la Popolare non era riuscita a recuperare e passato tra i crediti a incaglio. L'imprenditore non si è sottratto alle domande dei giornalisti, assicurando che tutte le operazioni sono state fatte alla luce del sole e spiegando che sono state «indicate erroneamente società descritte come «facenti parte del gruppo Marchini» o «riconducibili» ad Alfio Marchini.Per quanto riguarda il prestito di 75 milioni il candidato sindaco ha raccontato che l'esposizione diretta è della società Lujan, da cui è uscito quando è entrato in politica. Ma del fatto che la «Lujan in questa vicenda sia parte lesa nei confronti della banca per aver visto evaporare l'investimento fatto nel capitale della banca stessa», non c'è traccia nelle pagine di Repubblica di ieri.

Piuttosto il quotidiano torna all'attacco ancora più aggressivo, costringendo Marchini a presentare il conto: «Malgrado le precisazioni fornite, nel testo sono ancora contenute falsità e omissioni che continuano a creare gravi danni a persone e società, alcune delle quali quotate in Borsa».

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