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La marcia dei trattori contro il Mercosur. Protesta a Bruxelles. E la firma slitta

I dubbi di Parigi e Roma, sfila pure Coldiretti. Von der Leyen cede: intesa rinviata a gennaio

La marcia dei trattori contro il Mercosur. Protesta a Bruxelles. E la firma slitta
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A seicento metri dalla sede Consiglio europeo sull'Ucraina, gli sherpa hanno negoziato a oltranza: 10 mila trattori provenienti da Francia, Italia, Polonia, Austria, Ungheria ieri hanno mostrato i muscoli alla Commissione europea, che sul Mercosur ha finora agito a colpi di ultimatum. Idranti e lacrimogeni contro agricoltori e allevatori nella capitale belga con oltre 20 sigle; pile di patate come trincee e letame scaricato per protestare.

Alla fine è toccato ai leader scendere in campo. Tolto il dossier gialloblù, il tema rovente che infiamma Bruxelles in queste ore è infatti l'accordo commerciale di libero scambio tra l'Ue e l'Organizzazione di Stati latino-americani nata nel '91. Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Se ne parla da 25 anni; e anche se una partnership del genere darebbe vita a una delle più grandi aree di libero scambio al mondo, coprendo quasi il 25% del Pil globale, i vantaggi, secondo le sigle di categoria, non tengono conto dei rischi potenziali legati alle carni bovine e pollame che entreranno in Ue. Gli agricoltori chiedono a che prezzo Von der Leyen voglia siglare un accordo che prevede il 91% dei dazi eliminati e ridurrebbe la dipendenza Ue da minerali presi in Asia, con terre rare da Brasile e Argentina. Nel testo finale non compare infatti la clausola di reciprocità, inclusa dal Parlamento Ue. E resta il tema del ricorso all'Estradiolo E2, l'estrogeno usato da allevamenti in Sudamerica per la crescita del bestiame.

Cortocircuito che ha ingolfato il meccanismo messo a punto da Von der Leyen, secondo Italia e Francia è ancora lacunoso. "Ho parlato con Meloni e mi ha spiegato che non è contraria all'accordo, poi mi ha chiesto che se avessimo avuto pazienza per una settimana, 10 giorni, al massimo un mese, l'Italia avrebbe aderito", ha detto ieri il presidente brasiliano Lula, pronto a ricevere domani Ursula, fino a ieri era convinta di avere l'ok per ratificare l'accordo firmato lo scorso anno. Invece, in serata, ha annunciato ai leader che posticiperà la firma a gennaio. Un asse Roma-Parigi ha chiesto e ottenuto altro tempo. Si negozia nuovamente. In una nota, Palazzo Chigi conferma che la premier ha ribadito a Lula che "il Governo italiano è pronto a sottoscrivere l'intesa non appena verranno fornite le risposte necessarie agli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione e possono essere definite in tempi brevi". Salvaguardie ancora tenui per gli agricoltori, in caso di balzo delle importazioni sensibili. La sospensione delle tariffe light scatterebbe all'aumento del volume delle importazioni superiore all'8% rispetto alla media triennale. Secondo BfmTv, è Meloni a tessere ora le fila. Italia ago della bilancia. "Clausole di salvaguardia e reciprocità, niente assegni in bianco", insiste Macron. Secondo il cancelliere tedesco Merz, "l'unica decisione possibile è che l'Europa accetti l'accordo subito". Berlino vuol spingere il mercato tedesco dell'auto in Sudamerica. Il piano, secondo Coldiretti, ieri a Bruxelles, somiglia a un attacco alle fondamenta della sovranità alimentare del continente in un momento in cui le altre potenze investono di più in agricoltura. Coldiretti ribadisce: Von der Leyen non è in grado di gestire il ruolo che ricopre, c'è bisogno di un'Europa meno ideologica.

Assieme al presidente e al segretario generale Prandini e Gesmundo, ieri tanti giovani che secondo l'organizzazione saranno le prime vittime della riduzione del 25% dei fondi della Politica agricola comune e della sua diluizione in un fondo unico. Per l'Italia, taglio di 9 miliardi.

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