Un mare di disagi: ombrelloni lontani e su prenotazione

Il nodo distanziamento negli arenili liberi. I costi per gli stabilimenti

Un mare di disagi: ombrelloni lontani e su prenotazione

Via libera anche all'apertura delle spiagge, seppure le misure siano considerate eccessivamente penalizzante dai gestori degli stabilimenti, che si chiedono in molti casi se valga davvero dare il via alla stagione di fronte a introiti che si prospettano gravemente diminuiti.

Secondo i protocolli Inail e Iss, gli ombrelloni devono essere distanti 5 metri tra una fila e l'altra (4,5 se sulla stessa fila). Distanze considerate assolutamente sovradimensionate se è vero che in altri contesti la distanza minima di sicurezza è considerata di un metro. Per molti stabilimenti questa regola equivarrebbe a ridurre eccessivamente il numero di ombrelloni che possono essere piantati per l'estate 2020.

Altro problema: il soccorso. Il bagnino nel caso sia chiamato a salvare un bagnante che sta per affogare deve evitare di fare la respirazione bocca a bocca allo stesso. Tante altre le limitazioni: le piscine saranno chiuse, le attività ludico-sportive vietate perché incoraggiano la promiscuità. Non solo: lettini e sdraio, se al di fuori dell'ombrellone, dovranno essere distanti tra di loro almeno 2 metri e comunque essere igienizzati ogni volta che vengano dati a un nuovo cliente. L'ingresso sarà solo su prenotazione, in modo da controllare l'afflusso di bagnanti. i posti auto nei parcheggi dovranno essere limitati. Dovranno essere studiati anche percorsi protetti di ingresso e di uscita, incoraggiati pagamenti elettronici di qualsiasi servizio. Quanto ai bambini, andranno controllati. E la chiamano vacanza.

C'è anche sulle spiagge il caso delle sanzioni. Perché in caso di contagi, i rischi giudiziari sono a carico dei gestori. Che, oltre a perderci tanti soldi, si accollano anche la possibilità di una denuncia. Altro problema: le spiagge libere: non è chiaro chi se ne debba occupare e con quali responsabilità. Un vero caos.

«Le distanze sociali nelle spiagge libere sono un vero problema, bisogna ammetterlo - dice il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci -. Alcuni operatori balneari dicono che l'applicazione rigorosa delle indicazioni dell'Inail rende assolutamente inutile la riapertura. Altri sono disponibili a rispettare alcuni limiti». Alberto Maschio, coordinatore di Federalberghi Spiagge Venete e presidente Aja (Associazione jesolana albergatori) parla di «una manovra largamente insoddisfacente per il turismo.

A queste condizioni non ha senso aprire i nostri hotel, rischiando di lasciare a casa 12mila lavoratori». «Una manovra che dovrebbe avere il peso di due finanziarie - ribadisce Maschio - ma che, per il nostro settore, concede ben poco. Il senso di insoddisfazione è pari, se non superiore, alle attese».

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