Roma - Proprio zitto non sta, il sindaco Ignazio Marino. E dagli Stati Uniti, dove impassibile è rimasto in vacanza mentre a Roma il ministro Angelino Alfano di fatto lo «commissariava» affiancandogli il prefetto Franco Gabrielli, si ribella al tutoraggio imposto da Palazzo Chigi. Anzi, cerca di riappropriarsi pienamente del suo ruolo respingendo l'idea che a Roma ci sia una diarchia. «Il sindaco sono io e Gabrielli non ha poteri speciali», avrebbe detto ai suoi. Indiscrezioni che sono finite in prima pagina su La Stampa e scatenato di nuovo l'opposizione, che vorrebbe un suo passo indietro.
Il sindaco, insomma, non ci sta. Nessun ridimensionamento. Gabrielli, con il quale ribadisce di aver sempre avuto rapporti di leale collaborazione, lo aiuterà piuttosto a superare «le lentezze che finora hanno connotato l'avvicinamento al Giubileo». Nient'altro.
Ma c'è chi, come Osvaldo Napoli, di Forza Italia, interpreta in maniera opposta, come un vero e proprio commissariamento, l'invito di Alfano a collaborare con il prefetto: «Generalmente è il prefetto che si presta, all'occorrenza, a collaborare con il sindaco. Qui invece si ordina a Marino, con tono perentorio, di assecondare le decisioni di Gabrielli», dice Napoli. Mentre per Daniela Santanchè più che una diarchia sindaco-prefetto a Roma si rischia «una nuova Caporetto»: «Marino - sostiene - è il primo a rifiutare il tandem con Gabrielli: con quali presupposti si vorrebbero risollevare le sorti della città se non si pedala nella stessa direzione?».
Il sindaco salterà anche il primo vertice sul Giubileo con Gabrielli, in programma oggi. Al suo posto ancora una volta ci sarà il vicesindaco Marco Causi, mentre Marino tornerà dalle vacanze mercoledì dopo essere volato a New York per incontrare il sindaco De Blasio. Ci sarà, invece, giovedì in giunta e soltanto l'indomani, il 4 settembre, incontrerà il prefetto per programmare gli interventi di restyling della città e per mettere in moto la macchina organizzativa della capitale.
Da oltreoceano filtrerebbe anche una certa insofferenza di Marino per la decisione del governo di aspettare la relazione di Alfano sull'eventuale scioglimento del Comune, il 27 agosto, prima di dare il via libera al piano di interventi previsti per il Giubileo. Un'attesa che ha necessariamente fatto slittare l'apertura dei cantieri. E a tre mesi dall'Anno Santo sono i romani a rischiare di pagare sulla propria pelle i ritardi.
I lavori, previsti per lo più in zone nevralgiche della capitale, come alla Stazione Termini e sul Lungotevere, dove la viabilità è già normalmente difficile, partiranno a scuole aperte e quando in città saranno riprese tutte le attività dopo la pausa estiva. Gli operai saranno all'opera 24 ore su 24, il caos è assicurato. E il rischio, oltre alla paralisi del traffico, è che i 33 milioni di pellegrini in arrivo trovino una città con i lavori in corso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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