Mattarella si schiera: fermare questa deriva comporta un prezzo

Sergio Mattarella non ha dubbi sulla parte da difendere in questa guerra che arriva da un altro mondo, dal secolo breve e intriso di armi che per lui, uomo del 1941, parla ancora a voce alta

Mattarella si schiera: fermare questa deriva comporta un prezzo

Sergio Mattarella non ha dubbi sulla parte da difendere in questa guerra che arriva da un altro mondo, dal secolo breve e intriso di armi che per lui, uomo del 1941, parla ancora a voce alta. Il presidente è schierato con i più piccoli e i più deboli. «Va fermato - subito, con decisione questo ritorno all'indietro della storia e della civiltà» dice il capo dello Stato e presidente del Consiglio di difesa. Un incarico che lo pone almeno formalmente al vertice delle Forze armate, anche se è evidente che la parola «guerra» riconduce il presidente della Repubblica a anni che ritiene archiviati, anzi sepolti. Nelle immagini del piccolo Kirill, dice, si esprimono «l'insensatezza della guerra, la crudeltà e il cinismo».

Il presidente è pronto a provvedimenti che comporterebbero prezzi alti per tutti, le sanzioni più dure per la Russia e per i Paesi che dipendono dai suoi idrocarburi, nulla in confronto a ciò che già oggi soffrono le popolazioni più direttamente coinvolte. Idee chiare e nette: «Opporsi oggi - a questa deriva di scontri e di conflitti comporta dei prezzi», «ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso». Aggiunge: «Non è tollerabile che, in questo nuovo millennio, qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati; pretendendo che gli Stati più grandi e forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai Paesi più vicini, e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi».

Le critiche a Putin arrivano forti e chiare in occasione della Giornata della donna celebrata al Quirinale, così come la difesa delle donne, oggi difesa delle donne ucraine, «che partecipano coraggiosamente alla difesa della loro comunità», in tante, troppe, «già cadute in questo ingiustificabile conflitto», «vittime spesso di

violenze brutali». Esempio di impegno è l'ucraina Oksana Lyvin, prima direttrice d'orchestra a Bayreuth e prima direttrice di una fondazione lirica italiana (a Bologna), oggi in prima linea nel difendere il proprio Paese.

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