Maxi attacco sull'Ucraina e strage di civili a Dnipro "Il mondo fermi il male"

Bombardieri russi in azione su molte città, decine sotto le macerie. Kiev: "È ora che il Papa venga qui". Appello di Zelensky. E Londra invia i tank pesanti

Maxi attacco sull'Ucraina e strage di civili a Dnipro "Il mondo fermi il male"

La battaglia a Soledar continua senza sosta, durissima, con la città che rimane a una passo dalla caduta ma al di là dei proclami di Mosca, la resistenza ucraina continua, con la bandiera gialla e blu che rimane nella periferia occidentale della città ancora sotto il controllo della forze di Kiev. «I russi stanno premendo con le loro forze per aggirare Soledar sia dal lato settentrionale sia da quello meridionale e raggiungere alcuni insediamenti, ma non ci stanno riuscendo», spiegano fonti ucraine convinte che la resistenza andrà avanti ancora a lungo.

Gli attacchi russi però non si fermano a Soledar. Diciassette bombardieri strategici russi Tupolev Tu-95 e Tu-22 sono decollati ieri dalla base di Olenigorsk. Allarmi aerei sono risuonati nelle regioni di Chernihiv, Cherkasy, Poltava, Sumy, Donetsk, Kiev, Dnepropetrovsk, Kirovograd e nella capitale che è stata di nuovo colpita. Diciotto case sono state danneggiate ma non sono state segnalate vittime, soprattutto perché «la difesa della città ha funzionato», ha detto il sindaco di Kiev Vital Klitschko. Il bilancio più pesante però si registra a Dnipro, bersagliata dai missili di Mosca, dove sono morte almeno 5 persone e numerose altre, almeno 40, tra cui alcuni bambini, sono rimaste ferite. Un intero condominio è stato colpito e sventrato dalle bombe russe con le vittime che sono rimaste sotto le macerie. «Il mondo deve fermare questo male. Stiamo lottando per ogni persona, per ogni vita», ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky allegando una foto di Dnipro. Esplosioni sono state segnalate in tutto il Paese. Un attacco massiccio e su vasta scala che conferma quanto l'esito del conflitto non passi da una città soltanto. Al punto che secondo l'intelligence ucraina, le manovre dell'esercito russo dimostrano come il Cremlino si stia preparando per una guerra a lungo termine. «Le misure di Putin per riorganizzare l'economia e il complesso militare-industriale della Federazione Russa testimoniano la preparazione della transizione della Russia alla legge marziale e mirano a rafforzare il potenziale delle forze armate», sottolineando che anche a causa dei fallimenti sul campo, la Russia si sta preparando per «la continuazione di una guerra a lungo termine su larga scala».

Una situazione che resta drammatica con Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente ucraino, che lancia un appello diretto alla Santa Sede: «Penso che sia giunto il momento per il Papa di visitare l'Ucraina e dare così un segnale molto chiaro che è la Russia che deve fermare ciò che ha avviato», ha detto, spiegando di aver già parlato dell'ipotesi con il cardinale Parolin. Europa e Nato garantiscono appoggio, tecnico e militare con Londra che apre la stagione dell'invio di mezzi più potenti. Il primo ministro Rishi Sunak ha annunciato a Zelensky la volontà di «aumentare il sostegno all'Ucraina, anche attraverso la fornitura di carri armati Challenger 2 e sistemi di artiglieria aggiuntivi». Il presidente ucraino, dopo gli appelli per ricevere armi pesanti, ha infatti ringraziato Sunak spiegando che le forniture «Ci rafforzeranno sul campo di battaglia, ma invieranno anche il segnale giusto ad altri partner». Un accordo che ha suscitato l'ira di Mosca: «Comporterà un'escalation delle ostilità in Ucraina e nuove vittime», ha detto l'ambasciata russa a Londra, quasi come se la Russia fosse spettatrice dello stesso conflitto a cui ha invece dato il via.

Intanto, a proposito di dichiarazioni poco attinenti con la realtà, spicca quella di Dmitry Medvedev, ex presidente russo e oggi vicepresidente del consiglio di sicurezza, uno dei più stretti collaboratori di Putin.

Riguardo all'atteggiamento del Giappone, con il premier Fumio Kishida che dopo un incontro con Biden, aveva messo in guardia Mosca sull'eventuale utilizzo di armi nucleari, ha detto: «Il premier giapponese Kishida dovrebbe vergognarsi per il suo umiliante servilismo nei confronti degli Usa e al suo ritorno da Washington dovrebbe fare harakiri». Un vero pacifista, Medvedev.

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