Coronavirus

La maxi campagna del vaccino. Subito a 6,4 milioni di italiani

Nel primo trimestre a 1,4 milioni di sanitari e 5 milioni di over 80 e pazienti di Rsa. Serviranno 20mila operatori

La maxi campagna del vaccino. Subito a 6,4 milioni di italiani

Almeno 20mila operatori per vaccinare subito la popolazione più a rischio suddivisa per categorie. Si comincia con gli operatori sanitari, 1.404.037 persone. Poi personale e ospiti delle Rsa, oltre mezzo milione di persone, ai quali si aggiungono oltre 4 milioni di over 80. Tutti insieme 6.416.372. Cifre imponenti che dunque impegneranno completamente le prime dosi in arrivo anche perché la profilassi Pfizer richiede un richiamo. Poi si passerà alla popolazione tra i 60 e i 79 anni, oltre 13 milioni.

Nella speranza che non si replichi il flop del vaccino antinfluenzale con migliaia di dosi prenotate mai arrivate, lo schema del governo prevede nei primi tre mesi della campagna vaccinale che dovrebbe partire a metà gennaio la disponibilità di 28,2 milioni di dosi. Da AstraZeneca 16,1 milioni; da Pfizer 8,7 milioni; da Curevac 2 milioni; e da Moderna 1,3 milioni. Poi nel successivo trimestre dovrebbero rendersi disponibili 57,2 milioni di dosi. Infine altri 74 milioni nel terzo trimestre. Il quarto trimestre vedrà disponibili 31,9 milioni di dosi, mentre nel primo trimestre 2022 altri 8 milioni. Totale: 202,5 milioni di dosi.

Sempre se non ci saranno stop da parte delle autorità sanitarie che devono dare il via libera: Fda, Ema ed Aifa.

Le indicazioni sono contenute nelle «Linee guida per il piano della vaccinazione di massa» firmato dal premier Giuseppe Conte dal ministro della Salute Roberto Speranza con Iss, Aifa ed Agenas che definisce anche l'esigenza del monitoraggio per la valutazione dell'esito delle vaccinazioni. Ovvero anche dell'eventuale acquisizione dell'immunità e per quanto tempo attraverso un'indagine sierologica sulla popolazione vaccinata affidata all'Istituto Superiore di Sanità. Verrà istituito presso l'Agenzia del farmaco, Aifa, un Comitato Scientifico che vigilerà anche sugli eventuali effetti avversi del vaccino.

Ne hanno parlato ieri i ministri Francesco Boccia, Affari regionali, e Speranza tra gli altri con i governatori del Veneto e della Liguria, Luca Zaia e Giovanni Toti. Boccia ha assicurato che «lo sforzo dello Stato è massimo sia per le risorse che per l'utilizzo dell'Esercito per la custodia e lo stoccaggio. Con i quasi 300 punti di somministrazione nei presidi ospedalieri riusciremo a coprire il 90% delle Province italiane. Mai come in questo momento il rapporto di collaborazione con le Regioni e gli Enti locali sarà decisivo nel contrasto al virus».

Il piano vaccini individua in sette punti gli snodi critici. Le categorie da vaccinare. Logistica, approvvigionamento, stoccaggio e trasporto. Punti vaccinali, organizzazione delle sedute vaccinali e figure coinvolte. Sistema informativo. Vaccinovigilianza e sorveglianza immunologica. Comunicazione. Valutazione di impatto epidemiologico e valutazione economica.

Sulle categorie da vaccinare si è scatenato un confronto tra esperti: meglio gli anziani più fragili o i giovani che fanno girare di più il virus? Certamente tutti d'accordo sulla priorità da dare agli operatori sanitari e sociosanitari più esposti all'eventuale infezione con il rischio di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili.

Si individueranno poi altre categorie. Gli insegnanti ad esempio, anche se un recentissimo sondaggio della rivista la Tecnica della Scuola ha rilevato che 4 docenti su 10 non hanno intenzione di vaccinarsi. Poi si passerà alle forze dell'ordine. Logistica e stoccaggio saranno gestiti dal commissario Domenico Arcuri. Già specificato che la Pfizer si occuperà del trasporto garantendo la catena del freddo. Per gli altri vaccini che restano stabili tra i meno 2 e i meno 8 gradi il sito nazionale di stoccaggio dovrebbe essere l'aeroporto militare di Pratica di Mare secondo il modello hub and spoke.

Ci sarà anche una valutazione dell'impatto economico.

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