May, la nuova Thatcher pronta a sfidare la gemella-rivale Merkel

Domani sarà nominata primo ministro. E già promette: "La Brexit sarà un successo"

May, la nuova Thatcher pronta a sfidare la gemella-rivale Merkel

La definizione di nasty party - il partito cattivo e dei cattivi - la lanciò lei nel 2002 per avvertire che era arrivato il tempo di riformare i Tory. Ma di quella spietatezza, 14 anni dopo, è diventata la beneficiaria. Theresa May è la nuova leader del Partito Conservatore dopo la ritirata a sorpresa della rivale Andrea Leadsom. Il suo ingresso a Downing Street arriverà domani, quando saranno formalizzate le dimissioni di David Cameron nelle mani della regina dopo che il premier uscente avrà affrontato l'ultimo question time.

All'alba dei sessant'anni, venti dei quali passati in Parlamento e in quasi ogni ruolo del governo-ombra, l'attuale ministra degli Interni che da sei anni siede allo Home Office (un record) diventerà capo del governo dopo un regolamento di conti che ha lasciato per terra tramortiti, nell'ordine: il primo ministro Cameron, il suo attentatore Boris Johnson, l'accoltellatore dell'attentatore Michael Gove e l'avvelenatrice Andrea Leadsom, a sua volta caduta per autoavvelenamento e per l'estrema unzione impartita dai giornali di Rupert Murdoch. Anche in questo, nell'eliminazione imperturbabile e costante dei rivali interni, Theresa May ricorda, ancora più che Margaret Thatcher di cui diventa l'erede dopo 27 anni, la cancelliera tedesca Angela Merkel con la quale dovrà trattare l'uscita del Regno Unito dalla Ue. E sarà l'unica che potrà davvero farlo ad armi pari.

Ora, per dimostrare di non voler tradire le aspettative degli inglesi dopo il referendum sulla Ue in cui si era tiepidamente schierata per il Remain, pur essendo un'euroscettica, la nuova «lady di ferro» promette piena attuazione della Brexit. «Negozierò il miglior accordo per la Gran Bretagna e forgerò un nuovo ruolo per noi nel mondo». E ancora: «Brexit significa Brexit, sarà un successo e non ci sarà alcun tentativo di rimanere nella Ue».

Espressione della gioventù brillante e privilegiata cresciuta nelle grammar school e poi approdata a Oxford, figlia di un vicario anglicano e oggi sposata a un banchiere dopo aver lavorato lei stessa alla Bank of England, la nuova leader concreta, decisa e per nulla egocentrica, ha immediatamente confermato le sue doti garantendo una «leadership forte per traghettare il Paese in tempi difficili e incerti dal punto di vista economico e politico». E ha promesso ottimismo e l'addio al «nasty party»: «C'è bisogno di una forte visione positiva per il futuro del Paese. Una visione di un Paese che non funziona per i pochi privilegiati, ma per ognuno di noi, perché daremo alle persone più controllo sulle loro vite. Ecco come insieme costruiremo un Regno Unito migliore».

Dietro la sua ascesa, l'immancabile zampino e benedizione di Rupert Murdoch. E infatti il colpo di scena che le consegna le chiavi di Downing Street, l'ennesimo in pochi giorni, si consuma a metà giornata quando l'unica contendente rimasta batte ritirata nella corsa per la leadership dei Tory ammettendo di non avere «sufficiente sostegno per guidare un governo stabile e forte» (84 voti ottenuti la scorsa settimana contro i 199 della May). Gli anti-Ue del partito, che al governo volevano una leader pro-Brexit, puntano il dito sul tradimento di alcuni colleghi e dei media (leggasi l'editore-Squalo) che avrebbero puntato su May montando un caso ad arte. La «macchina del fango» si sarebbe messa in moto con l'intervista rilasciata al Times: la Leadsom in prima pagina con la frase in cui si definiva più adatta al ruolo di capo del governo in quanto mamma. Un modo per marcare la differenza con la May che non ha potuto avere figli. Le scuse ufficiali arrivate in mattinata via Telegraph non sono bastate. Poco dopo, la resa. Ai Conservatori sarà risparmiata a questo punto la lacerante battaglia che avrebbe dovuto concludersi il 9 settembre. La nuova leader esclude elezioni anticipate prima del 2020 ma alcuni parlamentari Tory lavoreranno per strapparle. Chi le ha chieste invece apertamente è il leader zoppo dei Laburisti.

Sfidato dalla deputata Angela Eagle, che si è candidata alla leadership, Jeremy Corbyn ora è accusato di cavalcare l'instabilità di Westminster. La Gran Bretagna ha un nuovo premier e avrà un nuovo governo. Ma l'opposizione è alla resa dei conti. Il leader pacifista ha messo la guerra nel Labour.

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