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Medici responsabili dei danni ai pazienti. I sindacati insorgono: "È una vergogna"

Proposta di Noi Moderati. FdI rilancia sulla previdenza

Medici responsabili dei danni ai pazienti. I sindacati insorgono: "È una vergogna"
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La manovra entra nel vivo e a catalizzare l'attenzione, più dei numeri, è un emendamento destinato a rimettere mano in profondità all'equilibrio tra strutture sanitarie e personale medico. La proposta, firmata dalla deputata di Noi Moderati Micaela Biancofiore, punta a far ricadere la responsabilità civile in caso di danni ai pazienti direttamente sul medico anziché primariamente sull'azienda sanitaria. La reazione della categoria è stata immediata: per il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, "si tornerebbe indietro anni luce", mentre i sindacati parlano di un "vergognoso attacco frontale alla categoria".

L'emendamento stabilisce che "l'esercente la professione sanitaria che, nell'esercizio dell'attività svolta all'interno di una struttura sanitaria o sociosanitaria, pubblica o privata, cagiona un danno al paziente risponde in via principale del proprio operato a titolo di responsabilità contrattuale", mentre la struttura sarebbe chiamata in causa solo qualora "non abbia assicurato un'adeguata organizzazione del servizio sanitario e assistenziale" o "non abbia fornito al personale sanitario dispositivi e attrezzature idonei allo svolgimento delle attività" o non possieda le autorizzazioni necessarie all'esercizio dell'attività. Un ribaltamento di prospettiva che, secondo Anelli, "vuole far diventare il medico il principale bersaglio delle richieste di risarcimento, sollevando le strutture", con il rischio di "una fuga in massa dei medici e del personale sanitario verso altri Paesi". Duro anche il fronte sindacale: Anaao Assomed e Cimo-Fesmed accusano il governo di voler demolire l'impianto della legge Gelli-Bianco e parlano di un emendamento che riporta il Paese "all'epoca della caccia al medico".

Sul fronte più strettamente economico, la manovra continua a muoversi tra aggiustamenti e tensioni politiche. FdI rilancia su previdenza e lavoro proponendo la proroga di Opzione donna al 31 dicembre 2025, con un allargamento della platea che includerebbe anche le lavoratrici rimaste disoccupate dopo dimissioni o scadenza del contratto a termine. Sempre dallo stesso fronte arriva la proposta di consentire il riscatto dei periodi di stage post-laurea, fino a due anni, per i lavoratori senza contributi precedenti al 1996.

Intanto, si riaccende lo scontro tra Lega e Forza Italia sulla tassazione delle banche: Matteo Salvini insiste per un ulteriore aumento dell'Irap per istituti con grandi fatturati, sostenendo che "le banche finiranno l'anno con 50 miliardi di guadagni, non penso che mezzo Irap in più rovinerà le loro feste di Natale o di Capodanno", mentre Forza Italia frena e chiede un nuovo confronto con l'Abi, ricordando che il primo aumento era "figlio di una interlocuzione" e ribadendo la contrarietà del partito alle tasse sugli extraprofitti.

Sullo scacchiere delle partecipate, un emendamento firmato da Romeo e Gasparri esclude i compensi percepiti nelle società quotate dal conteggio del tetto alle retribuzioni nelle partecipate non quotate, permettendo così l'incumulabilità senza penalizzazioni per chi opera in entrambe le realtà.

A orchestrare il lavoro di sintesi è il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, che ricorda che "i saldi devono rimanere invariati perché è una cosa fondamentale: è un segnale di serietà del governo" e spiega che si è lavorato su circa 400 emendamenti concentrandosi sulla selezione di quelli prioritarî. Sul fronte dell'iperammortamento Leo aggiunge che "speriamo si possa creare" un'estensione triennale, pur ritenendo realistico lavorare su un biennale; infine, a proposito di una possibile reintroduzione della Tobin Tax, afferma che "personalmente manterrei la situazione attuale".

Infine, sul

versante normativo, il governo valuta un intervento sul Golden Power per recepire rapidamente i rilievi dell'Ue, tramite decreto o inserimento diretto nella legge di Bilancio, soluzione su cui Palazzo Chigi lavora da mesi.

GDeF

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