Meloni, ecco la 'lezione' sul fascismo della Fondazione Einaudi

Dopo Matteo Renzi ed Ernesto Galli della Loggia anche i liberali della Fondazione Einaudi si schierano a difesa del leader di FdI, Giorgia Meloni

Meloni, ecco la 'lezione' sul fascismo della Fondazione Einaudi

Più si avvicinano le elezioni e più l'attacco mediatico nei confronti di Giorgia Meloni si intensifica sia da parte della sinistra italiana sia da parte dei media internazionali. Ora, dopo Matteo Renzi e Ernesto Galli della Loggia, anche i liberali della Fondazione Einaudi si schierano in difesa del leader di Fratelli d'Italia.

"L’on.@GiorgiaMeloni non è fascista. Chi lo afferma è uno stolto. Si può dissentire in tutto o in parte dalle sue idee, ma non si possono dire gratuitamente fesserie", si legge nel profilo Twitter della fondazione dedicata alla promozione del pensiero liberale del secondo presidente della Repubblica italiano. "Meglio chiarirlo all’inizio di una campagna elettorale, che rischia di essere eccessivamente avvelenata", è la chiosa del tweet che ha innescato una vivace polemica tra i suoi follower. In seguito, i liberali si sono difesi dalle critiche sottoscrivendo l'opinione che Renzi ha espresso sul Corriere della Sera,"Basta con questo provincialismo. Farò di tutto per evitare Meloni premier, ma se lei andrà a Palazzo Chigi rispetteremo le urne senza delegittimare a livello internazionale chi sta a Palazzo Chigi", ha detto il leader di Italia Viva, convinto che "un eventuale governo Meloni sarà un problema per gli italiani, non per gli americani. Ecco perché lavoro per evitarlo, rappresentando l'area politica del buon senso e della competenza".

Poco dopo è stato pubblicato un altro tweet alquanto eloquente in merito a questo tema. "Toh, dopo Renzi, domattina ci si mette anche Ernesto Galli della Loggia. “… inverosimile” considerare Meloni e il suo partito fascista. Tutti pericolosi Renzi, della Loggia e la @fleinaudi. Meno male che ci siete voi", è il messaggio che la Fondazione Einaudi rivolge a chi ancora vuol dividere gli italiani tra fascisti e antifascisti. E, infine, la fondazione ha chiuso ogni polemica condividendo il primo tweet che ha dato il là a tutti i botta e risposta con una frase che dice molto sul clima che si sta creando attorno exploit della Meloni:"Insomma fate e dite quello che vi pare. Continuate ad insultarvi reciprocamente, se vi fa star bene. FASCISTIIIIIIIIIIII !!! COMUNISTIIIIIII !!! Buona campagna elettorale a voi tutti. Così l’Italia sarà salva".

Che la sinistra abbia paura che il leader di Fratelli d'Italia vinca le elezioni si evince anche dal tono di certi editoriali, come per esempio quello scritto da Ugo Magri sull'HuffingtonPost."Che cosa Giorgia abbia in mente resta un mistero, nonostante l’auto-promozione come donna, come madre e come cristiana. Scambia i comizi con i programmi, spesso ignora le differenze. Anche la sua ricetta è basic: un paio di ceffoni e magicamente tutto si sistema", è l'inizio di un attacco sprezzante che diventa ancora più violento poche righe dopo. La Meloni, secondo Magri, vincerà"perché la sua destra populista, sovranista, sfascista è in contatto stretto con la gente. Vive nei ghetti. Affolla le metro. Affoga nella sporcizia. Soffre la delinquenza. Sconta il carovita. Incamera rabbie. Respira veleni. Esala pane e cipolle". Parole che, come ha fatto ben notare Guido Crosetto su Twitter, denotano quanto a "all’@HuffPostItalia non piace il popolo". I motivi sono semplici: "Perché usa la metro ed i bus, vive in periferia, suda se fa caldo, mangia pane e cipolla, fatica a causa del carovita e dell’inflazione.

E perché vota la Meloni che li capisce", è la replica dell'ex parlamentare forzista e co-fondatore di FdI. Crosetto conclude il tweet con un velato riferimento alla vicenda che ha riguardato la senatrice Monica Cirinnà:"Ma perché ‘sta Meloni non ruba e non compra casa a Capalbio?".

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