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Meloni rafforzata lancia il taglio Irpef e apre ai sindacati: "Scelte insieme"

La vittoria elettorale spiana la strada all'esecutivo. Al vertice con le parti sociali la premier distensiva e i confederali si dividono. Sbarra (Cisl): "Il dialogo riparte". Landini (Cgil): "Non escludo proteste"

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Il vento del centrodestra soffia più forte anche della tradizionale disaffezione dell'elettorato moderato nei ballottaggi. E il nuovo successo elettorale rafforza il governo e il percorso delle riforme, con una investitura e un gradimento che resiste a una prima prova del tempo, visto che il governo è ormai in carica da otto mesi.

L'intenzione ora è far girare a pieni giri il motore delle riforme, ma senza consumare strappi con le forze sociali. Giorgia Meloni (foto) - che oggi incontrerà i vertici di Fratelli d'Italia per fare il punto sul lavoro da portare avanti da qui ai prossimi mesi - ha ricevuto ieri i sindacati a Palazzo Chigi. Un appuntamento in cui la presidente del Consiglio ha ribadito la volontà di procedere al taglio dell'Irpef, di mettere in campo misure per la tutela del potere di acquisto e di essere decisa a lavorare per rendere il sistema pensionistico sostenibile. Con una promessa, ribadita in apertura e in chiusura di incontro: perseguire la concertazione laddove possibile.

«L'approccio pregiudiziale non mi stupisce e non mi preoccupa» dice, rivolgendosi ai rappresentanti sindacali. «Voglio provare a capire se possiamo avere un approccio costruttivo pur nel rispetto delle differenze e ragionare sulle grandi strategie assumendoci tutti responsabilità. La volontà del governo c'è ed è visibile».

Ci sono poi le indicazioni non di metodo ma di merito. «Voglio istituire un osservatorio governativo sul tema del potere d'acquisto», dice la premier. «Salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, controllo dell'attuazione e degli effetti dei provvedimenti che noi abbiamo introdotto e che magari non hanno dato i risultati previsti, come per esempio la riduzione dell'Iva sui prodotti per la prima infanzia», ha aggiunto Meloni. C'è poi l'ottimismo per i segnali «incoraggianti» che arrivano dall'economia italiana con le recenti previsioni della Commissione europea che hanno rivisto al rialzo il Pil Italiano, prevedendo per l'anno in corso una crescita dell'1,2%, superiore alla media dei Paesi euro. «Abbiamo come obiettivo quello di confermare o migliorare queste previsioni». Senza tralasciare la volontà di procedere a una «riforma complessiva della sanità», sfruttando l'occasione del Pnrr e il finanziamento di oltre 15 miliardi.

Si arriva così al grande obiettivo di legislatura: la delega fiscale con la riduzione progressiva delle aliquote Irpef. «Questo significa, nella nostra idea, ampliare sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori». E ancora il tema della denatalità, «perché è inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale, se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa». In ogni caso racconta Giorgia Meloni «il 23 marzo è stato istituito al ministero del Lavoro l'osservatorio per il monitoraggio della spesa previdenziale. Dobbiamo garantire la tenuta del sistema ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni. Il confronto può portarci a soluzioni migliori in una materia molto complessa».

Alla fine del faccia a faccia, però, sia pure in un clima di maggiore serenità, le differenze di metodo e di approccio con i sindacati resistono. Se Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, parla di «un incontro importante, che premia gli sforzi di due mesi di mobilitazione in cui abbiamo chiesto di riallacciare il filo del dialogo sociale», e annuncia: «Oggi l'interlocuzione riparte, Maurizio Landini mantiene il profilo barricadero. «Sulla base dei confronti» che il governo è pronto ad aprire sui temi specifici «decideremo tutto quello che è necessario, senza escludere alcuna iniziativa di mobilitazione. Noi facciamo il nostro mestiere». Più soft l'approccio di Pierpaolo Bombardieri e della sua Uil che sembra comunque non riporre grandi speranze nell'apertura di un nuovo corso.

«Pure dando massima disponibilità al confronto i precedenti non hanno dato grandi risultati».

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