Merkel ci ripensa e ora vuole "Sophia" (ma non la redistribuzione dei migranti)

Berlino: sì al ritorno della missione. Che ci è costata 45mila irregolari

Merkel ci ripensa e ora vuole "Sophia" (ma non la redistribuzione dei migranti)

La super cancelliera tedesca, a fine corsa, vuole riesumare la missione Sophia, che ha già fatto sbarcare in Italia quasi 45mila migranti senza riuscire a smantellare la rete dei trafficanti di uomini in Libia. «Sarebbe certamente positivo se oggi avessimo l'operazione Sophia e le marine nazionali ad effettuare i soccorsi» nel Mediterraneo ha detto Angela Merkel. «Abbiamo partecipato a questa missione con convinzione e accoglieremo positivamente un altro mandato» ha spiegato il portavoce del governo tedesco Steffan Seibert. La super cancelliera è «rammaricata» per la fine ingloriosa dell'operazione Sophia. Seibert ha puntualizzato che le navi Ue potrebbero riprendere il mare se fosse possibile trovare «un accordo, una soluzione europea e solidale» per la ridistribuzione dei migranti soccorsi nel Mediterraneo. Peccato che la Germania ha ritirato dall'inizio dell'anno le sue navi in contrasto con il vicepremier, Matteo Salvini, che chiedeva proprio una rotazione dei porti di sbarco dei migranti fra i diversi paesi europei. Il ministro dell'Interno tedesco, Horst Lorenz Seehofer, vuole ridistribuire, ma di volta in volta dopo lo sbarco in Italia.

Non è un caso che le dichiarazioni della cancelliera su Sophia siano arrivate in questo momento di crisi politica a Roma innescata da Salvini e in occasione del passaggio definitivo delle consegne al ministero della Difesa tedesco di giovedì sera a Berlino. L'ex responsabile, Ursula von der Leyen, poi nominata presidente della Commissione europea, aveva richiamato la fregata Augsburg in gennaio e sospeso l'invio di un'altra nave militare per la missione europea. Non solo: accusava l'ammiraglio Enrico Credendino, comandante dell'operazione, di mantenere la flotta «negli angoli più remoti del Mediterraneo» lontano dalle rotte dei migranti. Adesso guida la Ue e difficilmente verrebbe incontro all'Italia sulla ridistribuzione.

«Il riavvio della missione Sophia proposto dalla cancelliera Merkel è una toppa peggiore del buco. Non è ripristinando un servizio di salvataggio in capo agli Stati che si scoraggiano le migrazioni illegali, si combattono i trafficanti di esseri umani e si rendono inutili le azioni politiche delle Ong» attacca Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento Europeo. Da aprile la missione Eunavformed, ribattezzata Sophia da Federica Mogherini l'Alta rappresentante della politica estera Ue, non ha più navi. Il mandato scade a fine settembre, ma schiera solo 8 assetti aerei compreso un drone Predator italiano. Il problema è che la missione navale europea doveva smantellare il business dei trafficanti di uomini, ma ha fallito l'obiettivo principale. L'arresto di 151 sospetti scafisti e 551 imbarcazione dei migranti neutralizzate sono serviti a poco. In compenso fino a quando aveva delle navi la flotta Ue ha soccorso 44.916 migranti sbarcandoli tutti in Italia. Il paradosso, nonostante la Ue consideri la Libia un paese non sicuro, è che Sophia ha pure addestrato 417 uomini della Guardia costiera e Marina di Tripoli. Un numero esiguo e chi è veramente in prima linea sul fronte della lotta all'immigrazione clandestina ha forti dubbi «sui soldi sperperati dall'Europa».

Fino a dicembre scorso solo l'Italia aveva speso oltre 200 milioni di euro per l'operazione fortemente voluta nel 2015 da Mogherini,

ex stellina Pd. Un altro compito era quello di rafforzare l'embargo delle armi verso la Libia, che soprattutto negli ultimi mesi della battaglia di Tripoli arrivano anche via mare con tanto di propaganda selfie sui social.

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