Angela Merkel in quarantena. La cancelliera tedesca, che solo il giorno prima era stata ripresa mentre faceva (diligentemente, tenendo le distanze prescritte) la spesa al supermercato, non è malata ma ha dovuto ricorrere alla misura di isolamento dopo aver appreso che un medico che aveva incontrato di recente è risultato positivo al coronavirus. Proprio ieri la Merkel aveva illustrato ai media le nuove severe misure restrittive decise dal suo governo, precisando che si trattava «di regole e non di raccomandazioni», e che per i trasgressori sono previste sanzioni. Solo così, riducendo i contatti sociali con regole uguali per tutta la Germania, possiamo salvare vite, aveva detto la cancelliera. Tra le nuove regole spicca il divieto di assembramenti di gruppi di oltre due persone. La situazione in Germania si aggrava rapidamente, con 2mila nuovi casi solo nelle ultime 24 ore che portano il totale oltre quota 18.600, a fronte però di soli 55 morti ufficiali: è l'effetto della scelta tedesca di conteggiare solo i decessi «per coronavirus» e non quelli per patologie combinate. Ciononostante, con un gesto di solidarietà verso la vicina Francia, i presidenti delle due regioni di confine del Baden-Wuerttemberg e della Saar hanno offerto disponibilità nei propri ospedali ai malati non solo delle limitrofe Alsazia e Lorena, ma di tutto il Paese transalpino.
La Francia sta vivendo giornate sempre più inquiete, con ormai quasi 15mila contagi e 674 morti alcuni ospedali sono già in grave difficoltà. Addirittura, di fronte a un Boris Johnson restio a prendere provvedimenti radicali per contrastare la diffusione del Covid-19 in Gran Bretagna, venerdì scorso il presidente francese Emmanuel Macron sarebbe arrivato a telefonare al premier britannico minacciandolo di chiudere la sera stessa il confine tra i due Paesi. Lo rivela il quotidiano francese Libèration citando fonti dell'Eliseo, che però ufficialmente non commenta la notizia. È comunque un fatto che venerdì sera Johnson ha modificato la sua linea «soft», ordinando la chiusura dei locali pubblici davanti a quella che riconobbe essere una «accelerazione» dell'epidemia. Nel Regno Unito è stata superata la soglia dei 5mila contagi, e si contano già 233 morti. Ieri il premier ha colto l'occasione della Giornata della Mamma in Inghilterra per chiedere a tutti di fare alla propria madre il regalo migliore in tempi come questi: evitare di farle visita di persona, per risparmiarle «il rischio di prendersi una malattia pericolosa». Nel suo discorso, Johnson ha fatto marcia indietro rispetto alle sue precedenti prese di posizione minimizzatrici, ammettendo che «non possiamo ingannarci sulla portata di questa minaccia». Per i britannici, abituati al massimo rispetto delle libertà individuali da parte delle autorità, le misure restrittive imposte dal governo sono una prova molto dura, e nelle prossime settimane è previsto che la stessa regina Elisabetta rivolgerà uno dei suoi rarissimi (ne ha tenuti solo tre in 68 anni di regno) discorsi motu proprio alla nazione per sostenerla in questo momento eccezionale.
L'ultimo capitolo di questo breve panorama europeo riguarda la Spagna, il Paese che con la sua fulminea impennata di contagi e di decessi insidia all'Italia il tragico primato dell'epidemia.
Solo ieri si sono contate 394 nuove vittime (più 30% rispetto al giorno prima), arrivando così a un totale di 1.720 morti. I contagi si sono impennati a 28.572 (più 14%) rendendo drammatica la situazione negli ospedali. Il premier Pedro Sánchez ha annunciato il prolungamento dello stato di allerta fino all'11 aprile.
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