Metastasi al cervello, scoperto cosa le crea

Uno studio italiano ha identificato il meccanismo molecolare che scatena il tumore

Metastasi al cervello, scoperto cosa le crea

Una possibile rivoluzione nella lotta al male che, a quasi vent'anni dall'inizio del Terzo Millennio, continua a mietere un numero di vittime ancora drammatico e troppo diffuso. In particolare, una scoperta inerente alle metastasi che, dai tumori della mammella e del polmone, arrivano al cervello. Lo studio, svolto dalla Neuro-oncologia dell'ospedale Molinette di Torino e dai ricercatori del Cnr (Cnio) di Madrid, è stato appena pubblicato sulla rivista internazionale Nature Medicine: parla del meccanismo molecolare che provoca la crescita delle metastasi provenienti da tumori di questi due organi (seni e polmoni).

Svelato il meccanismo, la ricerca è sulla strada che potrebbe aiutare a bloccarlo salvando destini che, a questo specifico campanello d'allarme, spesso versano nello sconforto. Attualmente, le metastasi cerebrali, costituiscono una conseguenza sempre più comune dei tumori solidi (come quelli del polmone e della mammella). Chirurgia e radioterapia sono, nel caso di queste metastasi, restano per adesso le due vie di scampo più battute: la terapia farmacologica risulta difatti meno soddisfacente e con esiti più circoscritti. Ma è un centro d'eccellenza quello che ha svelato quale intoppo causa questo campanello che, fermato in tempo, potrebbe sparigliare le carte in moltissimi casi: è il Gruppo di ricerca Neuro-Oncologico del Dipartimento di Neuroscienze dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, diretto dal professor Riccardo Soffietti, da anni riconosciuto a livello nazionale ed internazionale quale Centro di eccellenza per le Neoplasie cerebrali, in collaborazione con ricercatori di base del Cnr (Cnio) di Madrid.

Di che si tratta, più nel dettaglio? Il contributo del Gruppo Neuro-Oncologico torinese (Riccardo Soffietti, Roberta Rudà, Federica Franchino e Alessia Pellerino), fianco a fianco con l'anatomopatologo dottor Luca Bertero (Divisione di Anatomia Patologica dell'ospedale Molinette), ha dimostrato che la crescita delle cellule tumorali metastatiche nel cervello è favorita dalla presenza di un fattore molecolare (chiamato Stat3): questo fattore agisce non tanto sulle cellule tumorali stesse, ma su cellule del cervello sano (cosiddetti «astrociti reattivi»), che invece erano sempre state considerate una sorta di barriera difensiva.

Un risultato straordinario che ha richiesto di studiare circa cento campioni di metastasi cerebrali, tutti provenienti da interventi neurochirurgici e ha evidenziato che i pazienti con espressione di Stat3 sugli astrociti reattivi hanno una sopravvivenza molto più breve degli altri.

L'obiettivo? Adesso, naturalmente, sarà quella di verificare in studi clinici la possibilità di fermare incontrovertibilmente il meccanismo individuato, e la via da percorrere sarà di tipo farmacologico. Farmaci, in particolare, specifici per lo Stat3.

Un vero e proprio getto luminoso su un percorso che a tutt'oggi resta stretto e buio. Che, però, da oggi nutre la speranza. Ed è eccellenza italiana.

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