Il mezzo secolo dei "marines" italiani

Festa a Brindisi per la San Marco, dal 1971 sempre più centrale

Il mezzo secolo dei "marines" italiani

Brindisi. Mezzi all’avanguardia, un addestramento utile ad affrontare le nuove minacce mondiali e una rivisitazione delle infrastrutture: è questo il futuro della Brigata Marina San Marco, che compie 50 anni e che viene festeggiata a Brindisi con una serie di eventi che vedranno la presenza, domattina, del sottosegretario alla Difesa Stefania Pucciarelli e del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

“In cinquant’anni - spiega il comandante della Brigata, contrammiraglio Luca Anconelli - il San Marco è cambiato molto. Da battaglione di 300 persone, oggi siamo passati a 3mila militari (di cui 4 donne ndr) che operano in un contesto di situazione geopolitica globale molto diversa rispetto al ‘71. Come riferimento abbiamo i marines inglesi e americani che stanno basando il loro addestramento su una risposta che sia molto rapida, veloce e leggera. L’idea è quella di concentrarsi su aspetti di natura raid, mantenendo però la capacità di proiezione di una forza dal mare”. La Brigata può operare in diversi contesti, come si è visto anche in periodo di Covid. Un esempio lo spostamento del posto medico avanzato di Jesi portato a Brindisi e poi Barletta.

Il contrammiraglio Alberto Sodomaco, comandante della Forza anfibia e della Terza divisione navale tiene a dire: “Per spiegare l’importanza della forza anfibia mi piace usare la sequenza 70-80-90: il 70 per cento della terra è coperta dal mare, l’80 per cento della popolazione vive tra 0 e 200 chilometri dalla costa e il 90 per cento delle informazioni viaggia su cavi sottomarini. Per cui avere una forza di questo tipo è fondamentale. Il mutamento degli scenari anche con la ricomparsa di attori che conoscevamo come Russia e Cina hanno cambiato lo scenario e dobbiamo adattarci. L’adattamento - prosegue - è iniziato su diverse linee evolutive”. A partire dall’addestramento del personale: “Siamo indirizzati - spiega Sodomaco - al raid anfibio, ovvero a operazioni con pochi uomini, leggero e orientato nel tempo. Una formazione più proiettata da commando, insomma. Al secondo reggimento abbiamo previsto invece una specializzazione per operare con boarding team dove c’è una minaccia maggiore e in contesti ad alta intensità”. Utile anche ai fini di una futura Difesa europea e alla sicurezza dei confini dell’Alleanza atlantica. E poi è previsto il rinnovamento del parco mezzi, con nuovi battelli da assalto anfibio, mezzi per il trasporto dei veicoli a terra e combat boat che trasportino chiuse fino a 18 persone, oltre all’acquisizione di nuovi veicoli blindati anfibi per cui si sta andando a contratto. Infine, per i fucilieri, infrastrutture più moderne entro dieci anni.

Insomma, tanto per citare il motto da tutti conosciuto, per mare, per terram, da cinquant’anni la Brigata Marina San Marco continua a difendere l’Italia e i suoi confini marittimi con orgoglio, non lasciando nessuno indietro.

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