Giocano all'attacco entrambi, uno in politica l'altro nel calcio. In fin dei conti dentro il gol ci sta il paradigma della vita. Francesco Renzi, figlio dell'ex premier Matteo, ha 17 anni - è un «millennial», li chiamano così nel pallone quelli nati in questo secolo -, fa il centravanti e da poche ore è aggregato in prova alla Primavera dell'Udinese. Arriva dall'Affrico, società storica del tessuto fiorentino, una polisportiva che dista in linea d'aria pochi metri dallo stadio Franchi di Firenze. All'Affrico si gioca anche a tennis, basket e bocce. Un polo di aggregazione che nel 2021 festeggerà i primi cento anni.
Dal 30 giugno Francesco è tecnicamente svincolato: «Siamo abituati a fare così - ci raccontano i dirigenti - fino a 25 anni non facciamo firmare vincoli e così ogni 12 mesi i ragazzi sono liberi di scegliere il loro destino. Siamo felicissimi per Francesco, persona splendida».
Non gli vogliono bene solo perché ha il gol nel sangue, nel campionato Allievi Regionali ne ha fatti 35, ma perché ha un carattere speciale. Il ritratto che emerge è di un adolescente maturo, con la testa da adulto. Lo descrivono molto umile, educato, determinato, carismatico nei confronti dei compagni, ma soprattutto votato ad un sacrifico costante per migliorarsi e migliorare la squadra in cui gioca. Giurano di non averlo mai visto protagonista di un atteggiamento sbagliato, niente che potesse accostarlo all'icona del bamboccione figlio di papà. Profilo basso, impermeabile alla popolarità di un cognome pesante. Francesco, punto e basta. I genitori, Matteo e Agnese, lo hanno seguito spesso in tribuna, ma con discrezione. Sanno che è solo un ragazzo e il calcio è un pane duro da masticare. Questa estate ha rinunciato alle vacanze per allenarsi e farsi trovare pronto ad una possibile chiamata.
All'Affrico è arrivato nel 2014 dalla Settignanese, altra squadra conosciuta a Firenze - ha dato i natali calcistici, tra gli altri, a Federico Chiesa gioiello viola da 70 milioni e Lorenzo Tonelli, difensore del Napoli -: Francesco è alto 188 centimetri, ha le movenze del classico numero 9 perché cerca sempre la porta, ma rispetto a qualche suo collega più noto, lavora per gli altri. Non gioca sulla squadra, ma con la squadra. Un paragone? Ricorda Belotti, forte fisicamente, sempre in partita fino all'ultima goccia di energia.
Da pochi giorni Giovanni Galli, straordinario portiere di Fiorentina, Milan, Napoli, Torino, Parma e Nazionale, è diventato responsabile del settore giovanile dell'Affrico, ma i due si sono solo incrociati. In compenso Giovanni, su un altro terreno, nel 2009 sfidò Renzi per la poltrona di sindaco di Firenze. La competizione si concluse dopo il ballottaggio con la vittoria di Matteo.
Francesco, prima di Udine aveva sostenuto altri provini, tra questi anche uno col Genoa, in quel test realizzò 3 gol. La popolarità nel suo microcosmo calcistico era giunta grazie alla convocazione nella Nazionale Under 17 Dilettanti. Renzi jr frequenta il Michelangelo, nobile liceo classico della città: è passato in quarta e i risultati scolastici sono in linea con il campo. Ha una sorella, Ester, e un fratello più piccolo, Emanuele, classe 2003, pure lui giovane calciatore nell'Affrico, ma attaccante esterno. Pare prometta bene, così sussurrano a Firenze.
Il babbo, prima di scegliere la politica, aveva provato col pallone: «Bravo, ma lento»,
dicevano a quel tempo. L'altra passione è stata l'arbitraggio: ha cominciato a fischiare col suo grande amico Gianluca Rocchi, ma si è fermato in seconda categoria. Francesco ha il senso della sfida, questione di famiglia.
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