Roma Giusto un mese fa, onorevole Mara Carfagna, lei lanciava Voce libera, dicendo che è un'associazione e non una corrente. Sottintende questo nome che dentro Forza Italia le altre voci non sono così libere?
«L'associazione parla alle «voci libere» italiane: molte non entrerebbero mai in un partito ma sono disponibili a lavorare per il bene del Paese. Berlusconi ci spinge da tanto tempo ad allargare contatti e interlocuzioni: ho fondato Voce Libera perché penso sia arrivato il momento di fare un tentativo serio in questa direzione».
Però per Berlusconi non c'è bisogno di associazioni che rischiano di dividere.
«A breve ci sarà la nostra prima iniziativa a Napoli sui temi della giustizia e credo che servirà, oltre che a rilanciare la battaglia politica per garantismo e Stato di diritto, anche per dissipare questo timore. So che Berlusconi si esprime in totale buonafede, ma di altri non potrei dire la stessa cosa: sono spaventati da ogni iniziativa che altera il tran tran ordinario».
Berlusconi dice che il rinnovamento di Fi va avanti, per voi non è sufficiente?
«Ogni riorganizzazione è benvenuta. Il tentativo in atto è la riprova che il primo a non rassegnarsi allo status quo è proprio Berlusconi».
Il sospetto è che il suo gruppo possa appoggiare il governo Conte e accordarsi con Renzi.
«Sospetto totalmente infondato e frutto di un'analisi politica sbagliata: com'è chiaro dagli avvenimenti delle ultime settimane, è il mondo 5 Stelle che sta costruendo pattuglie di rinforzo per il premier Conte».
Di una «maggioranza Ursula» tra Pd, M5S e Fi, come quella che ha sostenuto l'elezione della presidente della Commissione Ue von der Leyen, ha parlato Prodi quest'estate ma recentemente Conte è sembrato lanciare un invito non tanto a tutti gli azzurri quanto all'ala antisalviniana che guarda lei: tutta fantapolitica?
«La Maggioranza Ursula è uno dei tanti esercizi di fantasia di un Pd disperato: la proposta fu lanciata il 18 agosto, nel pieno della crisi del Papeete, 2 giorni prima che il Conte I rassegnasse le dimissioni, per esorcizzare il timore di elezioni anticipate. Che fosse fantapolitica lo dicono i fatti: pochi giorni dopo è nato il Conte II».
Che i giallorossi in crisi cerchino responsabili tra i forzisti è una realtà.
«Se li cercano, al momento non li hanno trovati. Forse anche la mia iniziativa ha contribuito a rafforzare il legame con il partito di molti parlamentari scontenti di una gestione che troppo spesso è apparsa pigra, rassegnata al declino elettorale».
La vicenda del referendum contro il taglio dei parlamentari è sembrata una prova generale di sostegno responsabile al governo. Perché alcuni dei suoi prima hanno firmato e poi ritirato la firma?
«Mi permetta di contestare l'aggettivo suoi. In Fi le persone ragionano con la propria testa. Alcuni di Voce Libera hanno ritirato la firma, altri no. Personalmente penso che si debba andare al voto senza trucchi: abbiamo votato il taglio dei parlamentari pochi mesi fa, sostenere un referendum per neutralizzarlo sarebbe stato un errore e un gran favore ai populismi».
E il voto di Iv sulla prescrizione allineato con Fi contro la riforma Bonafede, non è un segnale di avvicinamento?
«Renzi ha sempre avuto una posizione più garantista di larga parte di Pd e M5S. Penso abbia votato in coerenza, a difesa della Riforma Orlando sulla prescrizione, senz'altro più accettabile di quella grillina».
La stagione Carfagna-Toti coordinatori di Fi è durata poco, forse è all'inizio della sua distanza dall'attuale gruppo dirigente?
«Penso che aver cancellato quell'assetto dopo appena un mese sia stato un errore politico che in molti non hanno compreso. È giusto che ora chi ha promosso soluzioni diverse le gestisca secondo le sue convinzioni e capacità. Quanto a me: non mi sono mai serviti i gradi da maresciallo per fare politica».
Ma con Toti è ancora possibile una convergenza, anche se avete posizioni opposte sulla leadership della Lega nel centrodestra?
«Spero che se si andrà al voto Toti torni ad essere un compagno di viaggio più che un competitore. Il punto non è la leadership della Lega, che è un fatto numerico, ma l'atteggiamento di Fi: ci rassegniamo o cerchiamo di riconquistare un ruolo?».
Come dovrebbe votare Fi sull'autorizzazione a procedere per Salvini?
«Non ho apprezzato il braccio di ferro sulla Gregoretti: era una nave militare, c'erano già accordi con l'Europa per
la redistribuzione dei profughi, lasciare quelle persone in mare fu un atto di propaganda o poco più. Ma la richiesta del processo per Salvini è palesemente pretestuosa: tutto il governo sapeva, tutto il governo avallò».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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