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"Migranti? No discriminazioni. Noi del M5S diversi dalla Lega"

Il sottosegretario Spadafora va all'attacco: "No arretramenti culturali su gay e migranti". E prende le distanze dall'alleato di governo

"Migranti? No discriminazioni. Noi del M5S diversi dalla Lega"

Non è la prima volta che Vincenzo Spadafora prende le distanze dall'alleato di governo. Sottosegretario M5S alla presidenza del Consiglio con la delega alle pari opportunità, è stato definito "l'anima gay frendly" di un esecutivo che ha messo a capo del ministero della Famiglia un cattolico di ferro, Lorenzo Fontana. E tra i due infatti le frizioni non sono mancate, con il primo che non intende fare passi indietro sui diritti ai gay e il secondo convinto a riportare in primo piano la famiglia tradzionale.

La distanza tra i due è notevole. E loro non fanno nulla per nasconderlo. Quando Fontana propone di abolire la legge Mancino, Spadafora risponde di volerla ampliare pure all'omofobia. Insiema a Roberto Fico, il sottosegretario è uno degli esponenti di spicco del M5S che direttamente o indirettamente critica l'alleanza di ferro stabilita da Di Maio con la Lega di Salvini. E infatti il pentastellato è tornato a lanciare l'allarme sul rischio di un "arretramento culturale" in Italia, dai diritti degli omosessuali a quelli dei migranti. "Nella maggioranza ci sono sensibilità culturali molto diverse, a cominciare dai diritti", ha spiegato Spadafora in un'intervista al Corriere della Sera, "noi dobbiamo restare alternativi alla Lega, siamo una cosa diversa".

Per il sottosegretario la Lega non va rincorsa "per mezzo punto percentuale" perché "non serve al Paese e non è coerente con il progetto del M5S". "Il contratto non prevede un arretramento culturale sui diritti - ha detto Spadafora- Non possiamo cadere nella trappola di alimentare un clima di discriminazione verso chi è considerato diverso, immigrati, persone di colore, omosessuali. Non possiamo non vedere che esistono le famiglie arcobaleno".

La visione di Spadafora è ben lontana da quella di Salvini. Sul caso di Lodi e della mensa scolastica "negata" ai bimbi stranieri, il sottosegretario ha bocciato la scelta del sindaco e ha affermato che "pendere un fatto del genere a simbolo innesca discriminazioni e conflitti, creando un brutto clima contro tutti quelli che italiani non sono".

E su Riace ha ribadito che gli affondi contro Lucano rischiano di "creare una contrapposizione tra italiani e non, tra buoni e cattivi".

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