Politica

Milano nel caos. Il corteo "blindato" cambia percorso: il traffico va in tilt. Reporter picchiato

Poliziotti sul tracciato ma i "ribelli" deviano. La viabilità va in crisi. Fermati in 60. Tra i manifestanti l'ex Br mai pentito Ferrari.

Milano nel caos. Il corteo "blindato" cambia percorso: il traffico va in tilt. Reporter picchiato

Milano. Ascoltandoli per ore e ore mentre blaterano in corteo - dove c'è davvero di tutto, persino un uomo che fa le pernacchie a comando e una sua amica che sbatte i coperchi delle pentole e se all'improvviso apparisse pure una scimmia che danza nessuno farebbe un plissé - non ci si capacita di come anime tanto confuse riescano a stare insieme. Eppure forse sono proprio i loro obiettivi affastellati a tenerli uniti. Al punto che anche in quattromila (cioè la metà se non addirittura un terzo delle settimane precedenti) ieri sono riusciti a paralizzare il traffico cittadino e l'attività dei negozi per il sedicesimo sabato consecutivo, muovendosi come schegge impazzite per la città dove il corteo, in più occasioni, si è spezzato in due tranche, costringendo gli uomini del Reparto mobile della questura e del Battaglione dell'Arma dei carabinieri a sbarrare strade e piazze in una rincorsa senza fine. Con il risultato che, visto un clima tanto frizzante, già prima della partenza della manifestazione (ore 17.30) ci sono stati due fratelli ventenni portati in questura, mentre un terzo manifestante è stato identificato e denunciato poco dopo a corteo iniziato.

Breve riassunto. Nei giorni scorsi il questore Giuseppe Petronzi aveva cercato di mediare con il popolo dei No Green pass e dei No Vax dopo che avevano preavvisato per questo sabato un corteo di una decina di chilometri con tappe però inammissibili dal punto di vista dell'ordine pubblico, come la sede della Cgil di corso di Porta Vittoria, quella del quotidiano «Libero» in viale Majno per concludere la manifestazione davanti alla Regione Lombardi. Risentiti dal rifiuto della questura gli organizzatori della manifestazione giovedì sera avevano ritirato il loro percorso e, rotte le trattative, a Petronzi non era rimasto che imporre un tragitto. Decisamente più lungo (13 chilometri!) ma con accessi blindati qualora i manifestanti avessero inteso fare dei blitz e dirigersi altrove rispetto a quanto prestabilito. Naturalmente i No pass hanno visto l'imposizione come un diktat e hanno fatto sapere di non essere disposti a rispettare le tappe previste. Con il risultato che già ieri alla partenza del corteo, in piazza Fontana, il clima la tensione era alla stelle e un collega di FanPage, che si trovava lì come altri per raccontare la piazza, è stato spintonato dai due fratelli italiani poi finiti in questura (uno era senza documenti). Due ragazzi che oltre a insultare il giornalista hanno tentato più volte anche di oscurargli la telecamera. Ormai nel mirino il collega è stato quindi spintonato e insultato anche a corteo già avviato, in corso di Porta Romana, dove la Digos per questi reati ha identificato il terzo manifestante.

Proprio in corso di Porta Romana, alla Crocetta, a una mezz'ora dalla partenza, anziché proseguire come stabilito sulla carta lungo viale Caldara, i manifestanti hanno invaso entrambe le corsie di marcia di viale Beatrice d'Este, lungo la circonvallazione, bloccando deliberatamente il traffico. Da lì circa la metà di loro, al grido di «Andiamo dove ci pare» e dopo aver lanciato un fumogeno, si sono diretti verso la Darsena che poi era una delle mete che si erano prefissi per «destabilizzare la gente che si diverte e il sabato e creare casino» come continuavano a incitarsi tra loro in corteo, mentre minacciavano e insultavano gli automobilisti bloccati in strada e del tutto ignari di quanto stava accadendo.

Alle 19 erano rimasti appena 700 i partecipanti che hanno continuato a rispettare il percorso del corteo stabilito dal questore. Quel che restava degli altri, che intanto avevano vagato lungo la circonvallazione (via Luigi Anelli, piazza Mondadori, viale Bligny e viale Montenero) poco dopo le 20 si è ricongiunto allo spezzone «regolare» lungo corso Ventidue marzo.

Più che mai frastagliati e sconnessi tra loro, ma soprattutto rimasti veramente in pochi (un migliaio a dire molto) i manifestanti sono stati bloccati in zona Romana, tra via Sciesa e via Anfossi e, tra scene plateali e insulti alle forze dell'ordine, a partire dalle 21.30 sono stati fatti allontanare alla spicciolata. Al termine la polizia avrà identificato 60 persone mentre in questura in totale ne verranno accompagnate 10 poi deferite all'autorità giudiziaria.

Nei confronti di due di questi accompagnati, il questore ha emesso due fogli di via obbligatori dal Comune di Milano della durata di un anno.

Commenti