Come una Cenerentola dopo mezzanotte. Una bella donna con il trucco che si disfa sulla faccia dopo una serata di gala. Perché il destino di Milano è di non riuscire mai a esser regina se non per una notte. Quella dell'Expo questa volta, quando per sei mesi è stata l'orgoglio d'Italia. La vetrina non solo del bello (e questo era scontato), ma anche di una capacità organizzativa da far schiattare d'invidia perfino i tedeschi.
E poi? Il ritorno all'eterno ruolo di ancella. Perché Roma sprofondata nei meandri maleodoranti della mafia capitale e terrorizzata dall'arrivo del Giubileo, le ha subito rubato il prefetto Francesco Paolo Tronca per farne il commissario dopo aver giubilato Ignazio Marino. Lo scippo dell'uomo che è considerato una delle anime del successo di Expo. E Milano? Niente. È ancora senza prefetto, perché la sua nomina è impantanata a Roma nelle liti della politica. Il Duomo obiettivo del terrore islamico insieme alla Scala che fra pochi giorni apre il sipario sulla Prima di sant'Ambrogio? Chissenefrega, tanto i milanesi s'arrangiano comunque. Lavorano sempre e protestano poco. Come poco hanno protestato quando già dallo scorso marzo e più di un anno prima della sua naturale scadenza, il sindaco rosso Giuliano Pisapia ha annunciato l'intenzione di abbandonare il Palazzo. Ce ne sarebbe abbastanza, ma ad aggiungersi è anche la pensione del procuratore Edmondo Bruti Liberati.
Il sostituto? Anche quello perso tra le liti delle correnti al Csm. Ci vorranno mesi. E così i milanesi vivono questa strana congiunzione astrale con il prefetto traslocato, il sindaco in fuga e il procuratore a riposo. Se la caveranno lo stesso? Come sempre. E nonostante Roma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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