Miliardari ma evasori per quattro soldi

Le cifre sulle quali indaga la Procura di Napoli sono «ridicole». Galliani accusato per 12mila euro

Miliardari ma evasori per quattro soldi

Simone Di MeoRicconi col braccino corto che si rovinano per poche decine di migliaia di euro. L'inchiesta della Procura di Napoli li dipinge così, i presidenti delle big di serie A e B accusati di evasione fiscale in combutta con calciatori e agenti. Presidenti e manager a capo di club che macinano centinaia di milioni che scivolano però su detrazioni Iva da salumai. Il meccanismo ricostruito dal nucleo di polizia tributaria, coordinato da tre pm e un procuratore aggiunto, si basa sull'assunto che società come Milan, Lazio, Juventus, Fiorentina e Napoli e tante altre paghino le consulenze fatturate dai procuratori sportivi sia per scaricare la relativa imposta sul valore aggiunto sia per offrire un ulteriore benefit (in nero) al giocatore nel cui interesse ha operato il professionista. Spulciando il voluminoso avviso di conclusione delle indagini spedito due giorni fa dai magistrati partenopei ai 64 indagati, si scopre però che le somme al centro di quello che gli investigatori definiscono «radicato sistema per evadere il Fisco» sono modeste. Anzi, modestissime.L'ad dei bianconeri Jean Claude Blanc rischia di finire sotto processo per due fatture del 2009 e del 2010 (per il 2008 il reato è prescritto) rispettivamente di 17mila e 20mila euro nell'ambito delle trattive per il trasferimento di Nicola Legrottaglie al Milan. Di converso, l'omologo rossonero Adriano Galliani, per questa specifica operazione, deve rispondere di una presunta evasione da 12mila euro su un imponibile di 60mila. Gli esempi, in questo senso, si sprecano. Il patron degli «aquilotti» Claudio Lotito sarà chiamato a spiegare ai pubblici ministeri perché ha nascosto all'Erario due versamenti, uno di 16mila e l'altro di 12mila euro per cedere Pasquale Foggia e Giuseppe Sculli.Gli inquirenti, che da tre anni studiano contratti, adeguamenti salariali e documenti contabili delle 35 società di calcio coinvolte, parlano di «operazioni soggettivamente inesistenti» perché i mediatori, pur formalmente incaricati dai club, avrebbero agito solo per favorire le posizioni dei loro atleti. La controprova, c'è scritto nell'avviso conclusivo, consisterebbe nelle interviste e nelle dichiarazioni pubbliche in cui sarebbero presentati non come assistenti delle società ma dei giocatori.Stesso discorso vale per Andrea Della Valle. Per la compravendita di Adrian Mutu dalla «Vecchia Signora» la sua Fiorentina avrebbe indebitamente scaricato dalla «dichiarazione obbligatoria presentata ai fini Iva» elementi fiscali «passivi fittizi» per un ammontare di 17mila euro per il 2009, di 34mila euro per il 2010 e di altri 17mila euro per il 2011. Al vulcanico numero uno azzurro Aurelio De Laurentiis, che ieri ha detto di essere «super tranquillo» perché «è tutta fuffa», è andata pure peggio. Si ritrova sott'inchiesta per un'evasione di 8321,04 euro maturata per il trasferimento nel 2013 dell'attaccante Emanuele Calaiò dal Siena all'ombra del Vesuvio. Un po' più a sud di Napoli, il presidente del Palermo Maurizio Zamparini è sulla graticola per 3 fatture. «Finire sui giornali per 63mila euro sono cose che racconto all'estero e non ci credono. È colpa della stampa è sbottato l'imprenditore . In questo momento fermerei l'Italia. Leggo cose ridicole sui giornali, ho dimostrato di essere una persona affidabile ed onesta». Alla sua richiesta di fermare il campionato, ha replicato il presidente Figc Carlo Tavecchio: «Il calcio italiano non ha bisogno di queste teatralità. Le riflessioni sul sistema fiscale possono essere condivise o meno, ma noi auspichiamo che non ci siano questi tipi di discorsi».

Per ora la palla ce l'hanno ancora i pm, comunque: tra 15 giorni il Riesame deciderà sui 12 milioni di euro sequestrati ai club e poi inizieranno gli interrogatori dei 64 indagati. Il fischio del giudice è ancora lontano.

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