Il ministro grillino sempre più No Vax. Slitta l'obbligo dell'immunizzazione

A settembre nessun bambino sarà escluso da nidi e materne La ministra Grillo: «Sul decreto Lorenzin decide il Parlamento»

Il ministro grillino sempre più No Vax. Slitta l'obbligo dell'immunizzazione

«Sarà il Parlamento ad affrontare il superamento del decreto Lorenzin sull'obbligatorietà delle vaccinazioni». Così, al termine dell'audizione alle Commissioni congiunte Igiene e Sanità del Senato e Affari Sociali della Camera, il ministro della Salute Giulia Grillo torna sulla questione vaccini. Poi aggiunge: «Noi non abbiamo condiviso lo strumento della coercizione e della paura, e crediamo in altri strumenti che adotteremo».

Nulla di che meravigliarsi. La Grillo ha sempre definito i vaccini «fondamentali per la prevenzione» ma, al tempo stesso, è sempre stata un'accesa oppositrice dell'obbligatorietà delle vaccinazioni per non «penalizzare i bambini non vaccinati». Tu chiamale se vuoi contraddizioni.

E poco importa se, proprio dopo l'introduzione della legge Lorenzin, che ha portato da 4 a 10 i vaccini obbligatori, la copertura vaccinale sia migliorata in tutto il Paese e se 21 regioni su 11 sono riuscite a immunizzare più del 95 per cento dei nuovi nati con il vaccino esavalente. In realtà, la neoministra non è un'antivaccinista dichiarata ma piuttosto una propugnatrice della libertà di scelta e dell'autodeterminazione. Cose bellissime ma che nel campo dei vaccini, di fatto, mettono a repentaglio i propri figli e quelli degli altri. Non a caso si è conquistata stima e venerazione del «popolo arancione» e delle famiglie free-vax che la esortano a «smantellare subito la legge Lorenzin come promesso in campagna elettorale».

Dal canto suo la pentastellata, annuncia «una serie di iniziative sia per monitorare le vaccinazioni sia per mantenere alte le coperture, con specifiche campagne di informazioni, specialmente sul morbillo e sui giovani adulti, la fascia di popolazione più colpita dall'epidemia dello scorso anno e rispetto ai nuovi casi registrati quest'anno».

Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip), il suo campanello di allarme lo aveva già suonato a fine mese. Quando il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva iniziato a ragionare con la Grillo sulla inutilità e («talvolta») dannosità del pacchetto di vaccini del decreto Lorenzin. Villani aveva provato a ricordare che le profilassi «sono indispensabili a garantire la protezione di tutta la popolazione verso malattie gravi, pericolose e potenzialmente mortali». Ma è andata a finire che, per l'anno scolastico 2018-19 sarà sufficiente un'autocertificazione che attesti l'avvenuta vaccinazione per far ritornare i propri figli in classe.

Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio, è preoccupato perché «l'autocertificazione è un foglio di carta» e perché «quando centinaia di genitori dovranno consegnare la documentazione nelle segreterie, dove lavorano uno o due impiegati, si creerà il caos». E così in quella che si annuncia come una nuova babele a cinque punte non è da escludere che gli unici a trarne un vantaggio saranno, come sempre, i furbetti.

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