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Chiamparino si ribella a Lorenzin: "È scorretta"

Il ministro: "le sanzioni volute dalle Regioni". E scoppia la lite sul taglia-esami

Chiamparino si ribella a Lorenzin: "È scorretta"

Roma - I camici bianchi non ci stanno. I tagli agli eccessi di prescrizioni su 208 prestazioni sanitarie e la minaccia di punire, disciplinarmente e con sanzioni pecuniarie, chi firma ricette facili ha portato alla mobilitazione dei medici che minacciano uno sciopero a novembre.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin già da mesi è ai ferri corti con Ordine e sindacati e tenta di ammorbidire l'impatto del decreto che punta a ridurre gli sprechi, calcolanti in 13 miliardi di euro l'anno, recuperando almeno 180 milioni.

Un quarto degli esami prescritti dai medici italiani, secondo gli studi, sarebbe «inappropriato». Ma l'altra faccia della medaglia è la cosiddetta «medicina difensiva»: richiedere tutti gli accertamenti possibili serve ai medici a cautelarsi dalla mole gigantesca di cause civili e penali che nel 90 per cento dei casi finisce con assoluzioni. Le assicurazioni sono ormai indispensabili per i professionisti, che arrivano a pagare tra i 10 mila e i 24 mila euro l'anno.

«Verranno sanzionati - assicura il ministro- soltanto quei medici che reiteratamente e consapevolmente prescriveranno prestazioni inappropriate». Aggiungendo che per «riequilibrare» dovrà essere approvato al più presto il provvedimento sulla colpa medica, in discussione alla Camera.

La Lorenzin ha promesso di dimezzare i tempi per le cause di malasanità, da 10 a 5 anni; di far rispondere solo per dolo e colpa grave; di spostare l'onere della prova sulla presunta vittima. Tutto nel testo unificato in Commissione Affari Sociali sulla responsabilità civile sanitaria a Montecitorio, mentre il ddl concorrenza potrebbe ridurre l'entità dei risarcimenti.

Ma il ministro cerca di scaricare almeno una parte di responsabilità e provoca la reazione infuriata di Sergio Chiamparino. «Le sanzioni - dice la Lorenzin -io non le volevo, le hanno volute le Regioni». E il presidente della Conferenza delle Regioni, l'accusa di «scorrettezza», seguito da assessori e coordinatori regionali, precisando che sono i stessi medici a chiedere una valutazione di «appropriatezza» dei test. La Lorenzin insiste: «Questa norma, che governo e Regioni hanno scritto insieme, dopo profonda mediazione, non comporta nè una riduzione dell'accesso alla diagnosi per azienti nè ha intenzioni punitive o persecutorie verso i medici». Ma la tensione è alta e il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo confess «forte preoccupazione» per «mobilitazione e inquietudine nel mondo medico», che può portare allo sciopero. Ricorda, per fare l'esempio più eclatante, che il nostro è il «Paese in cui c'è il più alto numero di risonanze magnetiche». Ogni specialista difende il suo campo. «Gli esami previsti per il colesterolo sono corretti rispetto alle linee guida internazionali», spiega Alberico Catapano, direttore della Fondazione SISA, per lo studio dell'arteriosclerosi. Giuseppe Mele, presidente dell'Osservatorio Paidòss dei pediatri, dice che le società scientifiche «hanno un ruolo importante per identificare gli sprechi». Per l'Unione dei sindacati di base la « mannaia» del governo spingerà i cittadini verso il privato non convenzionato. «Noi siamo pronti», dice Gabriele Pelissero, presidente dell'Associazioneospedalità privata.

L'Anaao Assomed conferma «totale contrarietà» al decreto, il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi parla di «approccio sbagliato».

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