Minzolini stangato dal nemico politico

Il giudice Sinisi che ha condannato l'azzurro è stato senatore dell'Ulivo

Patricia Tagliaferri

Roma Di giudici che hanno fatto i politici e che tornano ad indossare la toga ha esperienza diretta. Gli effetti di questo fenomeno, per nulla raro nel nostro Paese, li ha provati sulla sua pelle e ne sta ancora pagando le conseguenze, visto che ora rischia la decadenza da senatore. L'ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, condannato in appello e in Cassazione per aver usato illecitamente le carte di credito della Rai, lo ha scoperto andando a curiosare tra i componenti della Corte che gli hanno inflitto due anni e mezzo per peculato chi fosse uno dei giudici che aveva clamorosamente ribaltato l'assoluzione ottenuta in primo grado. Un magistrato-politico a tutti gli effetti, dal curriculum sorprendente.

Si trattava di Giannicola Sinisi, prestato alla politica per una ventina d'anni. Sindaco di Trani, sottosegretario dell'Ulivo con i governi Prodi e D'Alema, molto vicino all'ex presidente Giorgio Napolitano, candidato alla Regione Puglia, poi senatore ulivista. Per nomina politica, inoltre, Sinisi venne mandato a fare il consigliere giuridico all'ambasciata italiana a Washington. Poi nel 2013 tornò in magistratura, giusto in tempo, un anno più tardi, per occuparsi del caso Minzolini senza sentire l'esigenza di astenersi quando si è trovato a giudicare un imputato di un opposto schieramento.

Il giornalista e senatore di Forza Italia ha sempre lamentato di essere stato condannato da un giudice rivale politico, che oltre a non astenersi dal giudizio è andato anche oltre le richieste del pubblico ministero. La Procura, infatti, sia in primo grado quando Minzolini era stato assolto che in secondo grado, aveva sollecitato due anni di reclusione. In appello, invece, il giudice Sinisi ha aggiunto sei mesi, facendo così scattare la legge Severino, che prevede l'interdizione dai pubblici uffici e quindi la decadenza dal Senato, che deve essere ancora votata dall'aula. Minzolini non ha mai digerito di essere stato condannato da un magistrato che dopo essere stato in politica così a lungo si è rimesso la toga e come se nulla fosse ha giudicato un suo avversario.

E non è tutto, perché nella vicenda dell'ex direttore del Tg1 c'è un'altra stranezza da segnalare: in Cassazione, giudice relatore del processo Minzolini è stato Stefano Mogini,

che fu capo di gabinetto del ministero della Giustizia sotto il governo Prodi e anche consigliere giuridico della delegazione italiana presso le Nazioni Unite a New York nello stesso periodo in cui Sinisi era a Washington.

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