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Il miracolo di Augias, ultimo comunista tv Si fa strapagare pure dalla Rai gialloverde

M5s contesta il suo compenso di 370mila euro. Lui si difende: «Faccio ascolti altissimi»

Il miracolo di Augias, ultimo comunista tv Si fa strapagare pure dalla Rai gialloverde

I l M5s ha messo sulla lista nera i giornalisti Rai in quota Pd, più precisamente quelli targati Repubblica. In cima alla black list grillina c'è Corrado Augias, storica firma del quotidiano fondato da Scalfari e volto Rai da decenni. Il motivo, oltre all'orientamento politico del giornalista, è il superstipendio ricevuto da Viale Mazzini per condurre un programma di libri su RaiTre. Il M5s sostiene che Augias prenda 370mila euro l'anno dalla Rai, quindi molto più dell'amministratore delegato e dei massimi dirigenti della tv pubblica fermi per legge a 240mila euro, mentre la Rai si limita a dire che il conduttore prenderebbe un compenso inferiore, senza però rivelare la cifra precisa. Ma oltre ai soldi, il problema sono le simpatie politiche del conduttore. «Corrado Augias rappresenta al peggio quei giornalisti che lavorano in Rai e continuano imperterriti nel loro fazioso teatrino da moralizzatori rivendicando i valori di sinistra ma con il portafoglio a destra» attacca la deputata grillina Veronica Giannone, mentre i suoi colleghi M5s in Vigilanza Rai Mirella Liuzzi e Conny Giordano chiedono che Augias si tagli lo stipendio perché «la Rai non può essere uno stipendificio che usa i soldi dei cittadini per chi riesce ad entrarci solo grazie a riferimenti politici».

Il giornalista di Repubblica dice di non spiegarsi l'attacco del M5s perché il suo programma fa «ascolti altissimi, quasi miracolosi per un programma che parla di libri». Ma aggiunge: «Io credo che dia fastidio RaiTre, la rete è accomunabile a Repubblica perché insieme sono l'unico polo di opposizione culturale nel paese e questo innervosisce». Quanto alla vicinanza al Pd: «Sono entrato in Rai mezzo secolo fa, per concorso e senza raccomandazioni. Il mio lavoro in Rai non ha nulla a che vedere con partiti o movimenti politici».

In effetti Augias è entrato in Rai per concorso nel 1960, assunto come funzionario (sesto su 110 idonei) ed è diventato poi giornalista al Tg3, la «Telekabul» riservata ai giornalisti fedeli al Pci. E per quanto assunto per concorso, non si può certo dire che la carriera di Augias in Rai sia stata estranea a «partiti o movimenti politici», essendosi svolta sempre sotto l'ala dei Ds e poi Pd nella RaiTre loro feudo lottizzatorio. Da ricordare che Augias è anche stato europarlamentare nel '94 eletto nelle liste del Pds, e poi ricandidatosi nel '99 coi Ds. Fu poi il Giornale a rivelare che negli archivi della StB (la polizia segreta cecoslovacca) viene riportato che tra il 1963 ed il 1967 l'allora giovane funzionario Rai Corrado Augias fece da informatore con il nome in codice «Donat» («Macchè spia dell'Est, solo quattro chiacchiere al bar Rosati» fu la sua replica). Ma anche in Rai la sua parabola si è sempre mossa nel solco della lottizzazione politica (di sinistra). Dopo essere uscito dalla Rai per andare a Repubblica, torna nell'87 nella RaiTre di Angelo Guglielmi e ci sta fino al '93. Dopo il Parlamento Ue, viene richiamato ancora in Rai a condurre Diario Italiano da Paolo Ruffini (quota Ulivo poi Pd) nel 2001 e lo fa fino al 2013. Pausa, quindi rientra nella Rai stagione Pd chiamato, sempre a RaiTre, dalla renziana Daria Bignardi. Ed è ancora lì, sotto la Rai gialloverde.

Un record di longevità.

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