Missione italiana in Irak: ecco le nuove regole d’ingaggio

Da tempo Washington pressa gli alleati per ottenere un maggiore impegno operativo. Renzi è pronto al salto di qualità. Ma per farlo dovrà passare dal parlamento e cambiare le regole di ingaggio

Missione italiana in Irak: ecco le nuove regole d’ingaggio

"Per ora i quattro caccia italiani in missione anti Isis hanno soltanto il pod di sorveglianza". A lanciare l'allarme è Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa che, ai microfoni del Corriere della Sera, spiega le regole di ingaggio della nostra Aeronautica. L'ipotesi che i Tornado bombardino le postazioni dello Stato islamico in Iraq è sul tavolo. Ma la cosa va valutata "assieme agli alleati" e, comunque, un’eventuale decisione "dovrà passare dal parlamento". Intanto, un primo faccia a faccia con il principale alleato della coalizione c’è stato ieri a Sigonella tra il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e il capo del Pentagono, Ash Carter.

Che caccia italiani bombardino nell’ambito di missioni internazionali non sarebbe una novità. È già accaduto negli anni scorsi in Libia, in Afghanistan, in Kosovo, nel Golfo Persico. Da tempo Washington pressa gli alleati per ottenere un maggiore impegno operativo nella coalizione che sta contrastando il Califfato in Siria ed i Iraq, senza tuttavia ottenere i risultati sperati. L’Italia impiega 530 militari, 2 aerei senza pilota Predator e un velivolo da rifornimento in volo KC 767, oltre ai 4 Tornado. Ad Erbil (nel Kurdistan) e a Baghdad, inoltre, gli italiani stanno addestrando le forze di sicurezza curde. Ora potrebbe esserci la richiesta di un salto di qualità: raid dei caccia italiani contro obiettivi mirati in modo da supportare in maniera più decisa la resistenza dei peshmerga.

Attualmente i nostri caccia che sorvolano i cieli dell’Iraq non hanno il pod da combattimento. Il podo è una sorta di contenitore smontabile che si trova sotto la pancia del velivolo e può essere "riempito" a seconda della missione. Qui manca il sistema di designazione o targeting che serve a "illuminare" i bersagli per le proprie bombe o per le bombe di altri aerei. Insomma, sono completamente disarmati. Una volta ottenuto il via libera del parlamento, ci vorrà del tempo per riconfigurare e dotare degli armamenti adeguati i quattro tornado attualmente dispiegati in versione Ids nella base del Kuwait nell’ambito dell’operazione "Inherent resolve" contro i tagliagole dell'Isis. Tutto dipende dalle regole di ingaggio che definiscono quando, dove e come le forze in campo devono e possono essere utilizzate. "Si tratta di documentazioni in gran parte classificate - spiega Batacchi al Corriere della Sera - degli ultimi tempi un cambiamento delle regole di ingaggio richiede sempre più spesso un passaggio in parlamento".

L'occasione per ridiscutere le regole d'ingaggio potrebbe essere il rifinanziamento del decreto missioni. Solo pochi giorni fa a New York Matteo Renzi aveva assicurato a Barack Obama "un sostegno risoluto sul fronte dell’azione antiterrorismo".

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