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"Mister X" è un avvocato. E la procura vuole ascoltarlo

Meranda era al Metropol: «Salvini? L'ho visto in altre occasioni». Vicepremier in Russia con Savoini 9 volte

"Mister X" è un avvocato. E la procura vuole ascoltarlo

Gli «obblighi di riservatezza» impediscono all'avvocato Gianluca Meranda di rendere noti, per ora, chi siano le «compagnie petrolifere e le banche d'affari» per conto delle quali il 18 ottobre era nella hall dell'Hotel Metropol di Mosca. Il problema è che quell'incontro ora è al centro dell'inchiesta per corruzione internazionale aperta dalla Procura della Repubblica di Milano, che ha in mano il file audio della sua registrazione. E davanti ai pm milanesi, che si preparano a interrogarlo nei prossimi giorni, Meranda - calabrese, 49 anni, attivo a suo dire «tra Roma e Bruxelles» - non potrà avvalersi di alcun segreto professionale. Dovrà spiegare per filo e per segno chi lo mandava, chi fossero i tre interlocutori russi, e quali siano i rapporti con Gianluca Savoini, il leghista di stanza a Mosca che era con lui al Metropol, oggi incriminato per corruzione.

Meranda sostiene che nell'incontro si parlava di «compravendite internazionali» e di «oil products», e che «nonostante gli sforzi delle parti», la trattativa non si perfezionò. Ma non fa cenno al passaggio delle registrazioni in cui proprio lui fa riferimento alla campagna elettorale della Lega e alla necessità di sostenerla con una quota dello sconto sul greggio.

È quello il passaggio chiave della registrazione, e che per la Procura chiama in causa direttamente Gianluca Savoini e i suoi contatti con la Lega. Da quando lo scandalo è esploso, i vertici del Carroccio - a partire dal vicepremier Matteo Salvini - stanno minimizzando il ruolo di Savoini. Ma più passa il tempo e più emergono dettagli che dipingono il faccendiere come una sorta di plenipotenziario leghista in terra di Russia. A partire dalla risposta che Salvini diede a una intervista di International Affairs nel 2014, in cui alle domande sulla sua recente visita in Russia replicava spiegando che la visita era basata sul lavoro compiuto nei mesi precedenti dai «miei rappresentanti ufficiali Gianluca Savoini e Claudio D'Amico».

Ieri, d'altronde, il sito del Fatto Quotidiano è andato ad analizzare la storia dei rapporti negli ultimi anni tra Salvini e Savoini e ha scoperto che nei nove viaggi compiuti dal leader leghista in Russia tra il 2014 e il 2018, Savoini era sempre al suo fianco. Una presenza talmente costante da rendere credibile l'affermazione fatta da Savoini un anno fa a Buzzfeed, il sito di informazione statunitense che poi ha divulgato l'audio dell'incontro al Metropol. «Sono un membro dello staff del ministro», «non ho un ufficio al ministero ma collaboro direttamente con Matteo Salvini sulla base delle sue richieste. Ci conosciamo da sempre»; ed è a questo punto impossibile liquidarla come una millanteria. Ci sarebbe semmai da interrogarsi sulla straordinaria lungimiranza con cui già un anno fa, ben prima del famoso incontro al Metropol, Buzzfeed aveva iniziato a scavare sulla figura del «consulente» di Salvini.

La profondità dei rapporti tra Savoini e Salvini rende comunque verosimile che i partecipanti all'incontro al Metropol considerassero l'uomo che avevano davanti una sorta di emissario del leader leghista, e interpretassero le sue richieste come provenienti dal medesimo. L'avvocato Meranda, che dice di avere incontrato anche lui Matteo Salvini ma solo in occasioni pubbliche e non in rapporti d'affari, esclude che il ministro dell'Interno fosse al corrente della riunione del Metropol.

Ma questo non significa che le richieste avanzate agli interlocutori russi non fossero note alla Lega.

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