Il No al referendum come prima pietra di un centrodestra di nuovo unito. Aprendo il meeting del comitato «No grazie» ad Arezzo, la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni chiarisce i margini dell'operazione. «Il comitato - spiega dal palco, accanto a due big di Fi e Lega come Giovanni Toti e Roberto Maroni - è aperto a chi vuole dire No al referendum ma è anche una piattaforma per una ritrovata unità di un fronte alternativo al renzismo». Un videomessaggio di appoggio all'evento arriva anche da Matteo Salvini. Mentre da Roma proprio Forza Italia saluta l'iniziativa, con una nota congiunta di Renato Brunetta e Paolo Romani, capigruppo azzurri di Camera e Senato, che accolgono «con grande calore ed entusiasmo la platea che oggi è riunita ad Arezzo da Giorgia Meloni e dagli amici di Fratelli d'Italia per il lancio e la presentazione del Comitato No grazie, al quale hanno già aderito centinaia di sindaci e amministratori locali». Sul fronte referendario, spiega la Meloni, proprio gli amministratori locali «sono i più penalizzati da una riforma che poteva fare grandi cose e si accontenta di cose microbe e ridicole». Ma, appunto, la battaglia non è solo quella per il No al referendum. «Non ci sto al racconto di un Italia in cui l'unica partita possibile è quella tra Renzi e M5S», spiega la leader di Fdi: «Le nostre idee - prosegue - sono ancora in partita quando riusciamo a rappresentarle con persone credibili, con compattezza e coerenza». Anche Toti fiuta la possibilità di ricompattare il fronte. E ricorda come «i comitati del No possono essere una grande occasione non solo per sventare riforme inutili, non solo per costruire un amalgama dei nostri partiti, ma anche per costruire una proposta politica alternativa a Renzi che abbia le gambe per camminare». Un'alternativa che, per Giorgia Meloni, ha già dei punti fermi dai quali partire. «Presidenzialismo, abolizione del Senato, maggior potere ai sindaci, un tetto alle tasse, la possibilità per il popolo di votare sui trattati internazionali e quindi sull'Europa». Per la leader di Fdi è questa la «piattaforma comune per rimettere insieme le forze alternative a Renzi e alla sinistra», ma a condizione, aggiunge, di archiviare «la stagione del Patto del Nazareno». «Nei prossimi mesi - rispondono da Roma Brunetta e Romani - ci saranno altri importanti momenti di incontro e confronto per cementificare la coalizione di centrodestra, vincere il referendum e costruire insieme l'alternativa di governo». Insomma, «tutti uniti - concludono i due azzurri - e coesi per dire No alla riforma Boschi, mandare a casa Renzi e ripristinare la democrazia in Italia».
Obiettivo rilanciato anche da Maroni e da Salvini (che per l'occasione evita polemiche sulla leadership), col Carroccio che condivide il progetto. Riunire le forze nel nome del referendum, per poi incollare i pezzi di un centrodestra che spaccato non può vincere.
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