Cultura e Spettacoli

"Moderna e trasgressiva. Il suo erede? È Lapo"

Il critico: "Come la Venere del Botticelli, ha dato alla bellezza italiana un rilievo universale"

"Moderna e trasgressiva. Il suo erede? È Lapo"

«Era come la Venere di Botticelli, l'espressione di un nuovo Rinascimento italiano». Vittorio Sgarbi parla di Marella Agnelli a modo proprio, contestualizzandola e inserendola nel quadro piccolo e fascinoso delle nostre icone: «Dopo aver perso i Savoia, lei e Gianni erano diventati i veri re d'Italia».

In che senso?

«Non erano ricchi e potenti e basta. Rappresentavano, soprattutto lei, un modello di eleganza che ha ispirato anche la moda, da Roberta di Camerino ed Emilio Pucci in avanti».

Non a caso l'ha fotografata anche Richard Avedon.

«Le foto del cigno, hanno dato alla bellezza italiana una dimensione universale».

E poi Andy Warhol.

«Sceglieva immagini di potere oggettivo. La Coca Cola. Mao Zedong. Marilyn Monroe. E Marella Agnelli, una figura dall'enorme potere d'immagine».

Se dovesse definirla con una sola frase?

«Quella di Tamara de Lempicka: Io non seguo la moda, la faccio!».

C'è un erede di Donna Marella?

«Franca Sozzani lo è stata: ha rappresentato un portamento e un rilievo profondamente culturale della moda».

E adesso?

«Adesso la continuazione più naturale dello spirito pubblico di Marella Agnelli è Lapo Elkann, che è il più trasgressivo della famiglia ma anche quello capace di intuizioni che spiazzano».

Ecco, la famiglia. La morte violenta del figlio Edoardo ha quasi annientato la signora.

«Non sono certo Massimo Recalcati, ma forse il ruolo pubblico da immagine emblematica di Marella Agnelli può aver comportato minore attenzione all'ambito familiare. Ma non si può fare un processo. Di certo, quel trauma spaventoso l'ha fatta praticamente ritirare dalle scene».

Com'erano i vostri rapporti?

«La conoscevo molto bene. Una volta sono andato a trovarla a Roma in un palazzo bellissimo, dove c'era addirittura un capolavoro di Bellini».

Oltre a fotografa, designer e appassionata di giardinaggio, era anche una collezionista d'arte.

«Non molte opere ma molto ben selezionate. Avevo chiesto in prestito un Nudo davanti al camino di Balthus ma non era stato possibile concludere».

Il suo penultimo libro è stato Ho coltivato il mio giardino.

«E, come dicono i saggi cinesi, un essere umano raggiunge la perfezione quando riesce a fare il proprio giardino...

».

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