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Il monito di Mattarella sui diritti umani in Cina. E scoppia il caso Ue

Il presidente: "Via della Seta è a doppio senso". Ansia di Parigi e Berlino: ora vedranno Xi

Il monito di Mattarella sui diritti umani in Cina. E scoppia il caso Ue

La banda, certo. Poi la scorta dei corazzieri a cavallo, i tortelli alla carbonara, i carabinieri con il pennacchio, la tavolata per 150 nel Salone delle Feste, il brindisi a Marco Polo. L'accoglienza è fastosa, di quelle riservata solitamente alle dinastie reali, ma al Quirinale l'uomo forte di Pechino oltre allo sfarzo trova anche due paletti. Il primo tocca l'essenza dell'accordo tra Italia e Cina. «La Via della Seta - avverte Sergio Mattarella - è una strada a doppio senso, devono transitare non solo commercio ma talenti, idee, conoscenze e progetti di futuro». Nessun favore politico occulto, nessuna cessione di sovranità: il rapporto deve essere alla pari. Il secondo paletto riguarda la democrazia interna del Celeste Impero. «Alla luce del mandato italiano nel consiglio per i diritti umani delle nazioni Unite - dice il capo dello Stato - spero che, in occasione della sessione del dialogo Ue-Cina sui diritti umani che si svolgerà a Bruxelles dopo quella di Pechino lo scorso luglio, si possa proseguire in un confronto costruttivo».

Europa e Onu, ecco il perimetro. Non a caso proprio in queste ore, dopo un primo momento di stizza per il viaggio in Italia del segretario del Pcc, anche Macron e la Merkel hanno deciso di aprire alla Cina organizzando un pre vertice a 4 all'Eliseo. Il Memorandum allarma gli altri europei, li costringe stavolta a rincorrere l'Italia, primo paese G7 a firmare accordi che prevedono persino aiuti di Stato per le imprese italiane che sbarcano in Cina, Panda bond. Le critiche all'economia statalista possono aspettare. Nel suo incontro con Xi, Mattarella spiega che Roma, in attesa delle riforme politiche «segue con attenzione le riforme economiche attuate nel senso dell'apertura e le nostre aziende sono pronte a collaborare» con la garanzia «di un'effettiva parità di condizioni». Insomma, «la concorrenza fa bene a tutti». L'Italia «vuole riequilibrare la bilancia commerciale» però bisogna pure «sviluppare i rapporti tra voi e l'Europa, che è il vostro principale partner». Quanto a Washington, non la si può certo lasciare fuori. «Nel rispetto dell'unità europea e dell'amicizia con gli americani, è interesse di tutti avere rapporti aperti e trasparenti. Noi crediamo nel multilateralismo e la Cina contribuisce grazie alle riforme interne». Anche per questo «auspichiamo che si trovi un'intesa con gli Usa per ripristinare un commercio davvero aperto».

Xi sembra d'accordo. «Noi guardiamo con favore a un'Unione Europea unità, stabile, aperta e prospera». Ci troviamo davanti a un «cambiamento epocale», ma Cina e Italia sono «due importanti forze nel mondo per salvaguardare la pace e promuovere lo sviluppo: vogliamo lavorare con voi per rilanciare lo spirito di equità, mutuo rispetto e giustizia». Xi si mostra rassicurante: «Siamo partner strategici, con mutuo rispetto e fiducia. Fra noi nessun conflitto di interesse, sappiamo rispettare le preoccupazioni della controparte. E non basta, si dichiara «disponibile a dialogare con la Ue» sui diritti umani.

Il clima è «ottimo», Mattarella cita Leonardo e Raffaello, Xi risponde con Umberto Eco e Matteo Ricci, oltre al solito Marco Polo, e ricorda «le grandi trasformazioni» interne: nel 2013 c'erano 86 milioni di poveri, ora sono meno di dieci. Poi va al sodo: «Porti, trasporti, infrastrutture, Vogliamo collaborare con voi e siamo disponibili a importare sempre più prodotti di qualità».

W il made in Italy.

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