Monossido di carbonio killer Altre sei vittime in poche ore

Intera famiglia stroncata nell'Alessandrino. Una coppia di coniugi a Udine, un'impiegata comunale a Savona

Nadia Muratore

Il monossido di carbonio continua a mietere vittime. Come un killer spietato, in poche ore ha ucciso sei persone: un'intera famiglia a Vignola Borbera - in provincia di Alessandria, in Piemonte -, due anziani coniugi a Dignano in provincia di Udine, in Friuli Venezia Giulia, e una donna a Savona, in Liguria.

Probabilmente per il malfunzionamento di una caldaia a metano in un vecchio immobile in località Molino, nel comune alessandrino di Vignola Barbera, sono morte tre persone: Luca Baroni di 47 anni, suo figlio Mattia di 19 anni e la seconda moglie dell'uomo, Mariangela, di 44 anni. Secondo una prima ricostruzione fatta dai vigili del fuoco e dai carabinieri di Serravalle Scrivia, sembra che il monossido di carbonio si sia sprigionato durante la notte, cogliendo i tre nel sonno. A dare l'allarme è stata la madre del ragazzo, che dalla sera prima non aveva più notizie del figlio. Preoccupata si è recata nella casa in località Molino e quando, dopo aver citofonato e telefonato diverse volte al figlio e all'ex marito, continuava a non ricevere risposta, ha lanciato l'allarme. Immediato l'intervento dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine ma per Luca, Mattia e Mariangela non c'era già più nulla da fare.

I tre corpi sono stati trasportati all'obitorio di Novi Ligure e sono a disposizione dell'autorità giudiziaria, anche perché la procura ha già aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità nella fuga di gas.

Tragedia anche in Friuli Venezia Giulia, dove una coppia di coniugi è morta in una casa di Dignano, sempre a causa di una intossicazione da monossido di carbonio. A ritrovarne i corpi, ormai senza vita, in una abitazione di via San Gallo, è stata la figlia Elsa, che era andata a casa dei genitori per una visita e ha fatto la terribile scoperta. Le vittime, decedute con tutta probabilità nel sonno, sono Giovanni Deganis, 77 anni, impiegato ormai in pensione e la moglie Lidiana Cargnello, 70 anni. Anche in questo caso il killer è il monossido di carbonio, sprigionatosi probabilmente dagli apparecchi a gas con cui veniva riscaldata la loro abitazione. La procura del capoluogo friulano ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, mentre l'impianto è stato sequestrato e sarà sottoposto a una perizia per capire le cause di un eventuale malfunzionamento. È infatti probabile che ad ucciderli sia stata proprio una stufa che i coniugi Deganis utilizzavano per riscaldarsi. La cattiva combustione prodotta dell'impianto portatile, potrebbe aver sprigionato monossido di carbonio, che ha presto saturato l'aria delle stanze dell'alloggio.

Hayet Maatoug, 58 anni, di origini tunisine, impiegata dell'ufficio anagrafe del Comune di Savona e presidente dell'associazione Amici del Mediterraneo, è la vittima ligure da intossicazione di gas. La donna avrebbe avuto un malore mentre stava preparando il pranzo ed è svenuta. A terra, priva di sensi ha respirato, fino a rimanerne intossicata a morte, una grande quantità di monossido di carbonio. A dare l'allarme è stata la cognata di Hayet Maatoug, che era andata a trovarla e ha aperto la porta utilizzando un suo paio di chiavi. L'alloggio era completamente saturo di monossido di carbonio, tanto che la donna in visita, entrando, si è sentita male e ha dovuto a sua volta ricorrere alla cure dei medici. Inutili i tentativi del soccorso sanitario e dei vigili del fuoco di rianimarla: poche ore dopo il medico legale, infatti ha constatato il decesso.

«Siamo sconvolti e profondamente addolorati - ha fatto sapere l'amministrazione comunale di Savona -, Hayet Maatoug era persona stimata e benvoluta da tutti, molto attiva nell'associazionismo con iniziative a favore della città».

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