Coronavirus

Morti Covid, i pm puntano su Conte

La Procura di Bergamo: indagini chiuse, eclatanti omissioni su piano pandemico e zona rossa

Morti Covid, i pm puntano su Conte

«Epidemia colposa per reato omissivo improprio». Sarebbe questa l'ipotesi attorno a cui ruoterebbe l'inchiesta della Procura di Bergamo sulla mancata chiusura della zona rossa in Valseriana e il mancato aggiornamento del piano pandemico, «eclatante e di forte impatto». Ad anticipare la chiusura delle indagini che rischiano di inguaiare in primis l'ex premier Giuseppe Conte e l'esecutivo Pd-M5s da lui guidato è stato direttamente il procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani, l'altro giorno, parlando all'inaugurazione dell'anno giudiziario di «gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie, nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia», quando la mortalità nella Bergamasca raddoppiò (da tremila a oltre seimila), con un nesso eziologico causa-effetto suffragato dalla perizia di Andrea Crisanti - oggi senatore Pd - firmata anche da Daniele Donato ed Ernesto D'Aloja. In Procura bocce cucitissime, in ossequio alle rigide limitazioni della riforma Cartabia, ma secondo quanto trapelato gli indagati sarebbero una ventina, con responsabilità proporzionate al loro «peso» nella catena di comando.

LE PROVE

Quale sarebbe il ragionamento della Procura? Non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo. Può reggere? Secondo la Cassazione no, perché lo ritiene un reato integrabile solo mediante «condotta attiva». «Ma è una lacuna difficilmente giustificabile e tollerabile - spiega un esperto - la diffusione di germi patogeni può avvenire non solo mediante l'azione (per esempio, il contagio da tatto) ma anche mediante un'omissione, per esempio l'aver trascurato di asportare del materiale infetto con il quale terzi hanno poi avuto contatto». Vedremo. L'ipotesi della Procura peraltro si baserebbe non solo sulla «compendiosa» informativa della polizia giudiziaria curata dalla Guardia di Finanza ma anche su una serie di documenti interni a Palazzo Chigi, ministero della Salute e Cts, alle chat e agli sms che si sono vorticosamente scambiati nella prima fase della pandemia membri dell'esecutivo e dirigenti del ministero della Sanità e soprattutto sulla relazione di Crisanti, che cristallizza l'omissione. «È come se un padre non mettesse la cintura di sicurezza al figlio che poi muore in un incidente perché il seggiolino non è assicurato al sedile», è la sintesi del ragionamento. Tanto che l'architrave delle indagini è stato il report dell'ex Oms Francesco Zambon, sparito e fatto ritrovare dall'allora consulente dei legali delle vittime della Bergamasca Robert Lingard, che assieme alle false autovalutazioni inviate all'Oms inchioderebbero Conte e Speranza, con la Ue che ci considera il cluster d'Europa.

LA MINACCIA DIMENTICATA

Va ricordato anche che secondo un recente rapporto Ue, il Covid-19 è una cosiddetta minaccia Cbrn (chimico-batteriologica-radiologica-nucleare) e che dal 2017 esiste un piano d'azione della Commissione Ue che richiede espressamente esercizi di simulazione, seminari sul regolamento sanitario internazionale e best practises sullo screening in entrata e in uscita dai confini. Che noi invece abbiamo compromesso, aprendo al raddoppio dei voli dalla Cina, cui abbiamo regalato preziose mascherine che si sarebbero servite. Eppure Speranza, lo ammette a pagina 28 del suo libro Perché guariremo (sparito dagli scaffali...), sapeva di focolai di una strana polmonite ben prima del 31 dicembre 2019. «Era tutto il mese che si rincorrevano le voci (...) il 7 novembre avevo ospitato a Roma il ministro della Salute del governo cinese, Ma Xiaowei (...) non mi era sembrato che nutrisse particolari preoccupazioni sul suo Paese». Ma per quale ragione avrebbe dovuto esserlo?

SICUREZZA TRADITA

La pandemia costituisce una minaccia per la sicurezza dello Stato? Sì. Che la responsabilità del mancato aggiornamento del piano pandemico e della mancata chiusura della Valseriana siano in capo a Palazzo Chigi lo dimostrerebbe il dietrofront sull'esercito tra Nembro e Alzano Lombardo. Il 4 marzo 2020 i militari - che agivano in qualità di «agente di pubblica sicurezza» - arrivano e se ne vanno. Chi non firmò? Conte. Perché? Sul pasticcio c'è il segreto di Stato per ragioni di «ordine pubblico, sicurezza nazionale, Difesa e questioni militari». La mancata competenza del Pirellone sul tema è confermata indirettamente dai legali di Generali e UnipolSai, secondo cui la polizza di Regione Lombardia non copre le attività svolte dal governatore «in rappresentanza del governo»

IL GIALLO DELLE COMPETENZE

In questi giorni si discute della creazione di un fantomatico Consiglio per la sicurezza nazionale, come in Francia, Germania, Gran Bretagna e Usa. Beh, esiste già dal 5 maggio 2010 grazie al decreto dal titolo O rganizzazione nazionale nella gestione delle crisi che ha istituito il «Nucleo interministeriale situazione e pianificazione», un organismo presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a cui partecipano Protezione civile, Difesa civile e le agenzie di intelligence Dis, Aise e Aisi, e i rappresentanti di Esteri, Interno, Salute, Economia. Questo organismo avrebbe il potere di «indirizzo e guida strategica nazionale nelle situazioni di crisi». È mai stato convocato da Conte, che dei servizi aveva le deleghe fino quasi all'ultimo giorno? Ci sono dei verbali? Difficile pensarlo, visto che secondo il sottosegretario con delega ai servizi segreti Franco Gabrielli nel suo libro Naufragi e nuovi approdi, «il governo Conte mise in atto una sistematica marginalizzazione dell'autorità nazionale di pubblica sicurezza», dando pieni poteri alla Protezione civile (incompetente nella gestione delle pandemie) e soprattutto al commissario all'Emergenza, organismo invischiato nelle inchieste della magistratura sui respiratori fallati acquistati dalla Fondazione cinese dove siede l'ex premier Massimo D'Alema (che di Conte e Speranza è sponsor e mentore) fino all'acquisto di mascherine dalla Cina, sdoganate sebbene fossero contraffatte e di fatto inservibili come sostengono le inchieste nate grazie al coraggio di whistleblowers che per questo hanno pagato un prezzo altissimo. Per tacere degli accordi presi da Conte con la Russia, intervenuta in Valseriana, e dei misteriosi rapporti con gli Usa nel caso Trump-Russiagate, oggetto (pare) dell'attenzione del Copasir.

LE REAZIONI

«Riteniamo molto utile il fatto che gravi omissioni siano state accertate, a prescindere dagli esiti del procedimento penale. È un ulteriore fondamento probatorio per la causa civile al Tribunale civile di Roma, la cui prossima udienza è fissata al 24 maggio», commenta Consuelo Locati, legale dei familiari della Bergamasca che hanno chiesto un risarcimento allo Stato italiano e alla Lombardia.

Ci sono responsabilità squisitamente politiche? Ce lo dirà la costituenda commissione d'inchiesta sulla pandemia, osteggiata da Pd e M5s e che potrebbe essere assegnata a Azione-Italia viva.

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