Cronache

È morto il beluga intrappolato nella Senna. "Troppo debole, gli abbiamo fatto l'eutanasia"

Le condizioni sono peggiorate durante la maxi operazione di salvataggio

È morto il beluga intrappolato nella Senna. "Troppo debole, gli abbiamo fatto l'eutanasia"

Il beluga tutto bianco, una specie protetta, che si era perso nella Senna una settimana fa, non ce l'ha fatta. Il cetaceo è stato sottoposto a eutanasia all'arrivo a Ouistreham, nel Calvados, dopo essere stato trasferito con un camion da una chiusa nell'Eure al porto normanno. «Il beluga è arrivato al Servizio di ispezione veterinaria e fitosanitaria di frontiera (Sivep), situato a Ouistreham, per essere sottoposto a una valutazione veterinaria e sanitaria prima di considerare il suo potenziale trasferimento alla chiusa di Ouistreham», ha dichiarato la prefettura di Calvados in un comunicato. «Nonostante le risorse tecniche e logistiche impiegate, le condizioni del cetaceo sono purtroppo peggiorate durante il viaggio. La perizia veterinaria ha evidenziato una situazione di grande debolezza del beluga. La decisione di sottoporlo a eutanasia è stata quindi presa collegialmente, con i veterinari», ha aggiunto la prefettura.

Su twitter, la veterinaria della Sdis Florence Ollivet-Courtois ha spiegato che il cetaceo aveva subito un peggioramento delle sue condizioni durante il trasporto in camion. «Durante il viaggio, i veterinari hanno notato un peggioramento delle sue condizioni, in particolare delle attività respiratorie. E abbiamo potuto constatare che l'animale era in anossia (una diminuzione della quantità di ossigeno, ndr), quindi ventilato in modo insufficiente, soffriva molto», ha detto Ollivet-Courtois. «Abbiamo deciso che non era opportuno liberarlo e quindi abbiamo dovuto procedere alla sua eutanasia», ha aggiunto. La presenza dell'animale marino che di solito vive in acque fredde, avvistato più di una settimana fa nella Senna, aveva suscitato scalpore anche oltre i confini francesi. Il cambio rotta gli è stato fatale e la sua mole non lo ha aiutato. Mentre si dirigeva verso Parigi, si era arenato a Saint-Pierre-La-Garenne in Normandia, a circa 130 chilometri nell'entroterra della Manica. Il povero animale dopo aver perso l'orientamento, veniva monitorato minuto per minuto. Già dai primi giorni, però, ha dimostrato uno stato di salute molto debole. La fame poi ne ha decretato la fine. Squadre di veterinari ed esperti avevano tentato i nutrirlo in modo naturale, ma ogni tentativo era fallito. Il tempo giocava decisamente contro. Successivamente nel fine settimana i soccorritori hanno somministrato vitamine e antibiotici per alleviare la mancanza di cibo e il rischio rappresentato dalle acque dolci e inquinate. Così quando sono iniziate le operazioni di salvataggio già disperate, il beluga era già molto sofferente. Dopo quasi sei ore di lavoro e diversi tentativi, ai quali hanno partecipato 24 subacquei e decine di soccorritori tra cui membri della Ong Sea Sheperd, la balena dal peso di 800 chilogrammi è stata sollevata dal fiume con una rete e una gru verso le 4 di ieri mattina. Una volta collocata su una chiatta, è stata curata da una dozzina di veterinari, ma non ce l'ha fatta. Il beluga doveva essere portato in un bacino di acqua marina in una chiusa del porto di Ouistreham prima di essere liberato in mare aperto per tornare nelle acque di provenienza. L'animale infatti vive solitamente in acque artiche e subartiche, Alaska, Groenlandia, Canada e Russia.

Si tratta del secondo beluga perso nelle acque in Francia, dopo che un pescatore dell'estuario della Loira ne aveva catturato uno nelle sue reti nel 1948.

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