La sua vicenda agli inizi degli anni 2000 sconvolse la Francia e il Belgio. Stava scontando due ergastoli per l'omicidio di otto giovani donne, ma doveva essere processato per altri due delitti di cui aveva ammesso la responsabilità. Michel Fourniret, uno dei maggiori serial killer francesi, detto «l'orco delle Ardenne», è morto in ospedale. La sua salute era da tempo deteriorata, soffriva di Alzheimer e aveva problemi cardiaci e prima del decesso era stato posto in coma farmacologico per problemi respiratori.
Si porta molti segreti nella tomba. Fra il 1987 e il 2003, Fourniret aveva rapito, violentato e ucciso almeno otto ragazze in Francia e Belgio con l'aiuto della sua compagna Monique Olivier, che lo aiutava a scegliere e a catturare le vittime. Anche lei è stata condannata all'ergastolo perché ritenuta responsabile di uno degli omicidi e complice in altri tre. La coppia era stata arrestata in Belgio nel giugno 2003 quando una delle sue vittime, una ragazza di 13 anni, riuscì a fuggire dal camioncino dove era stata rinchiusa e ad avvertire la polizia. Fourniret, ricordava ieri Le Parisien, era stato condannato in passato due volte per molestie sessuali. Nel 2014 l'uomo aveva confessato l'uccisione di altre adolescenti, la più giovane di soli 12 anni, tra il 1987 e il 2001.
Durante la seconda carcerazione, nel 1984, aveva iniziato a corrispondere con la Olivier, una donna separata madre di due bambini. I due avevano iniziato a convivere nel 1987, quando lui era stato scarcerato. L'anno successivo il compagno di cella di Fourniret gli chiese aiuto per recuperare un bottino in lingotto d'oro sepolto in un cimitero a Fontenay-en-Parisis, vicino Parigi, ma poi l'«orco» si tenne tutto il denaro, uccidendo la compagna del suo amico. Con i soldi si comprò una magione a Satou nelle Ardenne, che gli servì come base per i suoi delitti. Le dinamiche dei suoi crimini erano sempre le stesse, per attirare le giovani vittime ricorreva a degli inganni. Le avvicinava con la scusa di aver perso un cane e chiedeva loro aiuto per cercarlo, poi le catturava e le segregava per stuprarle, seviziarle ed ucciderle. Con la complicità della compagna, che lo aiutava anche a seppellirle.
In uno dei processi, nel 2008, Fourniret aveva chiesto clemenza per sua moglie, sostenendo che non sarebbe mai stata capace di fare del male.
Negli anni poi è stata la donna, che era legata al marito da un rapporto di soggezione psicologica, ad aiutare gli inquirenti a fare luce sui numerosi delitti, ai quali nel 2020 si è aggiunta la confessione dell'ennesimo terribile crimine: il rapimento e l'uccisione di una bambina di 9 anni che era scomparsa nel 2003.
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